giovedì 21 febbraio 2013

DI LISA: Scuola Università e cultura.

Campobasso 21 febbraio 2013


SCUOLA, UNIVERSITA’ E CULTURA


Domenico Di Lisa

La scuola, l’Università, la conoscenza, la cultura, sono essenziali per far recuperare competitività al sistema Paese e al Molise.
Nella società della conoscenza e della globalizzazione, la scuola è il principale motore  e ascensore di mobilità sociale e di esercizio del futuro, se il sistema formativo pone al centro la crescita culturale dei giovani e l’acquisizione di un bagaglio di conoscenze, competenze ed abilità, spendibili sul mercato del lavoro.
E’ esattamente il contrario dell’attuale organizzazione della scuola molisana. Ne sono l’esempio le pluriclassi, giustificabili solo in casi davvero eccezionali, che si cerca testardamente, ed inutilmente, di conservare in un contesto di riduzione progressiva di alunni, organici e tempo scuola, o con classi composte da pochissimi alunni ai quali viene negata la possibilità di socializzare, di confrontarsi e, perché no, di competere. Va dunque messa in cantiere la creazione di una rete di poli scolastici facili da raggiungere dai piccoli comuni e in grado di garantire formazione e socializzazione.
L'Università fino ad ora non è riuscita ad evitare al Molise una crisi dell’apparato produttivo senza precedenti, soprattutto del comparto agroalimentare, con evidenti limiti di interazione con le vocazioni del territorio e con il sistema produttivo regionale. 
L’incrocio innovazione-territorio è la chiave di tutta la nuova impostazione di politica industriale della UE, che pone proprio l’accento sulla necessità di creare una nuova società della conoscenza a partire da una forte accelerazione delle capacità di tradurre la ricerca in innovazione, ma nel contempo di diffonderne i risultati sul territorio, anche attraverso una nuova alleanza fra autonomie universitarie e autonomie regionali.
Da qui la necessità di riflettere sulla politica fin qui seguita dall’Università del Molise, che ha puntato più ad incrementare il numero degli studenti e a polverizzare la presenza territoriale dell’Università, che a creare una struttura di eccellenza, magari con una minore gamma di offerta formativa, ma in grado di fungere da elemento di attrazione di utenza  dalla nostra regione e da tutto il Paese.

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