La giornata Nazionale per la vita vissuta in un mosaico di iniziative.
Il commento di Bregantini.
La giornata
Nazionale per la vita vissuta in un mosaico di iniziative. Alla vigilia della giornata Nazionale per la Vita la diocesi di Campobasso
–Bojano ha voluto vivere, con mosaico di
iniziative ed esperienze , intrecciate l’una con l’altra dentro una cornice che
ha generato dialogo e Vita: l’integrazione
con
la visita del ministro dell’Integrazione in episcopio e alla comunità terapeutica; la consolazione l’incontro
per la vita consacrata; a difesa della
vita con la Marcia
per la vita .
La sera di venerdì 31 gennaio l’arcivescovo
Bregantini ha accolto in forma
strettamente privata il ministro dell’Integrazione Kyenge, in
visita in Molise. Un incontro familiare
all’episcopio diocesano di Campobasso per una condivisione conviviale
all’insegna della sobrietà di un pasto caldo offerto nell’appartamento del
vescovo. Non programmato ma fortemente voluto , il vescovo di Campobasso-Bojano
mons. Bregantini e Presidente della Commissione CEI per il lavoro, Giustizia Pace
e Creato, nel suo stile dettato dalla semplicità, ha ricevuto la signora
Ministro accompagnata dai suoi “angeli” (il portavoce e la scorta) come lei li
ha definiti, per un dialogo
costruttivo fatto di scambio di opinioni
e di conoscenza reciproca. Tra i presenti anche il vice presidente della Regione e
assessore alle politiche sociali e giovanili, Michele Petraroia.
Di seguito il commento di mons. Bregantini a
conclusione della ricca giornata di incontro istituzionale ed ecclesiale.
“L’iniziativa della diocesi per la 36ª Giornata per la Vita fa parte di un unico grande messaggio che
abbiamo voluto dare ieri, vigilia della Giornata per la Vita articolato in tre
momenti.
Primo momento.
Al mattino
abbiamo avuto la meravigliosa presenza e coraggiosa del Ministro Kyenge che ci ha raccontato alcuni pezzetti
particolari della sua vita ed in particolare un elemento commoventissimo, nato
da un giorno in cui lei ha bussato alla porta di una canonica in Congo dove ha
chiesto di poter studiare ed un sacerdote l’ha accolta. L ’ha accolta con intelligenza, ha
visto la sua acuta intelligenza ed ha dato vita al suo sogno perché da
lì ha poi iniziato il suo percorso ed è venuta in Italia iniziando a studiare alla Cattolica. Alla Cattolica è
stata ben accolta ben integrata ed
inserita. Era rappresentante degli studenti con uno dei giovani che è uscito
dalla comunità terapeutica “La
Valle ” che oggi ha la gioia di condividere tutti insieme grazie alla sua visita e grazie a
padre Lino che ha preparato l’accoglienza con gli ospiti della comunità da lui
fondata. Questo senso del “sapersi arrangiare” senza mai pesare, senza mai
nessun gesto negativo ma solo per dare corpo al sogno è uno dei tanti elementi
importanti di testimonianza di vita.
Il
tema dell’integrazione di natura
religiosa, culturale, sociale ed economica è il progetto che lei è venuta ad
inaugurare dove gli immigrati non sono soltanto accolti per mangiare e per
avere un tetto ma avere una formazione. Il
Ministro ci ha voluto ricordare che in
fondo è ancora possibile fare quello che
lei ha vissuto in positivo in passato grazie all’aiuto dei religiosi. In Molise si aiuteranno i circa 400 immigrati tramite il progetto per
il quale i comuni hanno concorso per accogliere i piccoli gruppi.
Il secondo momento è stato l’incontro svoltosi nel pomeriggio con i religiosi e le religiose
per la giornata della vita consacrata che ha avuto come tema “Dio ci è Padre e perciò
noi siamo suoi figli”. I religiosi sono
coloro che aiutano la nostra gente a
sentirsi più figli di questo Padre non solo sul piano teologico ma anche sul
piano concreto con l’aiuto ai bambini, i
ragazzi di strada, le difficoltà, i
giovani senza lavoro, il precariato e le
famiglie in difficoltà, le situazioni particolari. Questo è il compito dei religiosi,
più che fare grandi cose, loro devono essere punto di riferimento e di consolazione
secondo le indicazioni che la diocesi ha dato cioè di essere operatori di
misericordia, attori di consolazione, agenti di custodia del creato, capaci di
empatia con uno sguardo alla santità. Sono i cinque punti che io come
vescovo ho sviluppato nella meditazione con i religiosi.
Il terzo
il momento confluito nel rosario e
nella preghiera eucaristica a
sant’Antonio da Padova è stato il gran finale della Marcia per la Vita a difesa per la vita.
Ed è stata bella perché ha raccolto i
due momenti della giornata cioè
l’integrazione e la consolazione che si traduce
nella parola tenerezza che il
papa ci sta insegnando ogni giorno. La tenerezza diventi il cuore con cui accogliere la vita.
Ogni persona se ha un cuore pronto come il cuore di chi ha vissuto nel dolore e non ha scartato il dolore, chi nella vita si fa premura e accoglienza, allora
quel cuore potrà certamente accolgiere la Vita. Diminuirà
immediatamente il numero dell’esclusione, cioè il dramma dell’aborto. Ed in
Molise, piccola regione con pochi bambini è ancora più devastante e fonte di
tristezza il tema della denatalità. La
manifestazione che abbiamo svolto all’aperto ha voluto essere un segno, un
seme piccolo e fragile .E come tutti i
semi che sono piccolini ma danno frutto è
possibile dare alla nostra vita un segno di speranza . Lo abbiamo visto
nell’integrazione, lo abbiamo visto nella consolazione, lo abbiamo visto ora
nell’accoglienza. Ed è come si accoglie un bimbo nel grembo di una mamma, si
accoglie un immigrato, si accoglie un giovane al lavoro nella logica che sempre di più il Magistero
sta portando avanti. C’è un nesso vitale tra
un cuore che accoglie un grembo ed una società che accoglie un figlio ed
un’azienda che accoglie al lavoro. Cioè il triangolo deve essere
tutt’uno. E non basta accogliere un grembo se poi manca l’accoglienza di un
immigrato, se manca l’accoglienza e l’inclusione come la realtà del lavoro
che manca . Questo è il senso e l’impianto della giornata
mosaico.
“Generare il futuro” è una frase meravigliosa che è
stata data dai vescovi italiani con la capacità di accogliere e costruire il
futuro. Generare il futuro è grembo è il
lavoro, è l’immigrato. Generare futuro è
il coraggio anche dal punto di vista imprenditoriale. Generare futuro è
investire è intraprendere. Certamente primario è l’aspetto della
Vita, ma c’è il grembo della società che accoglie gli immigrati e una Chiesa
che tramite le suore e i religiosi sa accogliere chiunque è in difficoltà e sa
promuovere e sa far diventare figli.
Generare futuro si realizza quando ciascuno si sente
Figlio dello stesso Padre!”
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