Catalano: “Quella dello
storico dell'arte è una grandissima
responsabilità verso il
patrimonio”
"Questo incontro è
l'ennesimo di una lunga serie che contiamo di portare avanti con caparbietà".
Bibiana Chierchia ha aperto così, nel pomeriggio presso la biblioteca Albino di
Campobasso, il convegno dal titolo "Tutelare, conservare e restituire. Il
'mestiere' dello storico dell'arte", organizzato dall'associazione
culturale Dante Alighieri di cui è presidente.
Graditi ospiti nonché
relatori, Dora Catalano, storica dell'arte presso la Soprintendenza per i beni
storici, artistici ed etnoantropologici del Lazio, e Daniele Ferrara,
soprintendente per il Molise.
"Il nostro Paese - ha
spiegato la Catalano - ha necessità assoluta di mettere al centro
dell'attenzione l'arte che, attualmente,
rappresenta l'unica possibilità di riscatto economico. Pensare, in un
posto come l'Italia, di ignorare la conoscenza della storia dell'arte è pura
miopia, addirittura follia. Il nostro Ministero risponde all'articolo 9 della
Costituzione e noi siamo Giano bifronte nel senso che ci muoviamo tra
burocrazia e patrimonio con delle grandi responsabilità verso la collettività
che quei beni ci ha affidato. Il primo passo verso il rispetto del patrimonio è
la conoscenza attraverso la sua corretta catalogazione. In questo siamo
all'avanguardia e, strano ma vero, abbiamo anche un'ottima legislazione e delle
grandi professionalità nelle fila delle forze dell'ordine. C'è poi il momento
della conservazione che è un tema complesso e globale. L'ultimo e naturale
passaggio è quello della restituzione".
"Sono costretto - ha
sottolineato a tal proposito Ferrara - ad evidenziare la capacità di
arrangiarsi dello storico dell'arte. E, in quest'ottica, mi vengono in mente i
numeri del concorso per 500 giovani stagisti bandito dal Mibac, numeri enormi
che mi fanno pensare ai miei inizi e ai primi contatti con le associazioni per
le visite guidate e poi con la Soprintendenza del Lazio per la catalogazione.
Una palestra formidabile fatta di pratica e passione. E quindi sono molto in
pena per questi ragazzi che non avranno le possibilità che ho avuto io. Fa
malinconia perché non ritengo che la strada giusta per la valorizzazione del
patrimonio storico-artistico italiano possa essere questa anche per la
limitatezza e la contraddittorietà del risultato che otterremo dall'esperienza.
Ecco, ogni tanto vorremmo evitare di navigare a vista. Comunque, guardando al
lato positivo della selezione, magari potremo finalmente restituire ai molisani
e ai turisti la possibilità di fruire dei suoi beni artistici, archeologici e
museali che, per ora, sono affidati al buon cuore di volontari. Vogliamo
sicuramente ringraziare queste persone, ma non basta. Non può bastare, il
nostro patrimonio merita di più".
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