Frattura: la sua visita ci offre la possibilità di restituire la solidarietà che abbiamo ricevuto
Il saluto di benvenuto in Molise al Ministro dell’integrazione, Cécile Kyenge, pronunciato dal presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, in apertura dell’incontro che si è tenuto stamani nel Parlamentino di Palazzo Vitale a Campobasso.
Reportage di Luigi CALABRESE (110 foto) |
“Signora
Ministra, benvenuta. Oggi siamo qui a rendere la solidarietà che abbiamo
ricevuto. Intendiamo l’accoglienza come opportunità. Opportunità di andata e
ritorno. Opportunità per chi ospita e per chi è ospitato. Perché l’accoglienza
è mutualità quotidiana, l’abbraccio tra sconosciuti destinati a diventare
complementari. Destinati ad aver bisogno e conforto gli uni degli altri. L’accoglienza
è il recupero della nostra storia, di quel Mediterraneo che ha sempre offerto
una casa all’Odisseo di Omero.
Da quel
Mediterraneo, da quella cultura che riconosceva la sacralità dell’ospite,
ripartiamo per superare il Mediterraneo di oggi, mesto teatro di morti,
razzismi e sopraffazioni.
Signora
Ministra, con questo spirito il Molise apre le sue porte ai migranti. Le apre
con la voglia di aprirsi e crescere. Con la spinta a rinnovarsi per un futuro
ricco di vita. Apre le sue porte con la voglia di rendere tangibile la
solidarietà che possiamo, ne siamo certi, offrire. Con nessun intento
assistenzialistico, ma con la propensione all’integrazione. Integrazione che è
conoscenza, attenzione e curiosità per mondi diversi. La sua storia personale,
Signora Ministra, è la storia più bella, quella che più dà valore al nostro
progetto. Il suo coraggio e il suo sorriso in risposta a tanta barbarie in giro
è un insegnamento unico. Grazie. Grazie per il suo coraggio e il suo sorriso,
grazie per la passione e l’impegno.
In maniera
probabilmente marginale, ma non sono i numeri che contano o pesano in questo
ragionamento, la nostra regione vive da anni, in silenzio, piccoli fenomeni di
immigrazione. Immigrazione vissuta, nei nostri borghi, con la più pulita e
benefica spontaneità. L’intolleranza non ci appartiene.
Non è un
territorio, quello molisano, un territorio di ricchezza e occasioni di lavoro.
Ma è un territorio dove si possono costruire occasioni e opportunità.
E
un’opportunità, per una terra gravata da un processo di invecchiamento molto
serio, nasce proprio dall’apertura dei confini che non vanno intesi come limiti
fisici, ma confini intellettuali, culturali e sociali.
S’era parlato
del progetto di accoglienza concentrato solo a San Giuliano di Puglia: abbiamo
avuto un riscontro nella popolazione bello e, per questo, gratificante. Alla
fine, pronti a fare spazio agli altri. Ma noi siamo voluti andare oltre con una
visione più globale dell’accoglienza. Abbiamo individuato 18 comuni dove
ospitare popoli migranti.
Tutto questo è
stato possibile attraverso il dialogo. Dialogo, confronto, discussioni che
portano alla condivisione. Non creeremo – usiamo un termine forte – “ghetti”,
come accaduto in tante realtà italiane. Abbiamo pensato a un’integrazione
diffusa che ci lascia intravedere una varietà di colore per il domani del
nostro Molise.
Il mondo della
scuola ne è necessariamente protagonista. È il motore principale di questo
processo. Scuola dai livelli primari fino al coinvolgimento dell’università.
Abbiamo avviato un progetto di formazione nel campo dell’agricoltura, per noi
risorsa primaria. Ne abbiamo pianificati altri per formare nuovi protagonisti dei
nostri mestieri più antichi.
Su questo ci
aspettiamo maggiore attenzione dal Governo, come previsto nelle linee guida del
Ministero che deve rendere fattibile l’integrazione nelle scuole. Non ci sono
voci nel bilancio delle scuole per poter nominare un mediatore interculturale,
non ci sono fondi per la formazione dei docenti, dal 2006, anno di
pubblicazione delle linee guida. Ad oggi le università non hanno potuto
realizzare una vera formazione per i docenti. Occorre investire nella cultura
dell’integrazione, le scuole non vanno lasciate sole: insieme bisogna costruire
il Progetto di Vita degli alunni stranieri. Solo attraverso le giuste figure di
riferimento nella scuola si può lavorare non solo per l’integrazione degli
alunni stranieri, ma anche per la formazione degli studenti italiani, facendo
conoscere loro la cultura e la lingua del compagno di banco. Solo così si
superano l’ignoranza e il razzismo. Occorrono finanziamenti e programmazione,
contatti diretti con le scuole.
Non lasceremo
nessuno abbandonato a se stesso perché non ci piacerebbe, meglio ancora non ci
piace, immaginare che i migranti vivano il Molise come terra di mezzo. Un
passaggio per altri lidi. Ci piacerebbe che qualcuno, e più di qualcuno,
decidesse di mettere qui da noi su famiglia con la consapevolezza dei diritti e
dei doveri che ha.
Noi siamo
pronti. Siamo pronti a dimostrare che tutti, molisani e stranieri, possono
farcela. Siamo stati un popolo che ha conosciuto la sofferenza
dell’emigrazione. Il rispetto non mancherà.
Non siamo
rimasti indifferenti alle ripetute stragi del mare, ingiustizia senza pari.
Abbiamo assistito, colpevoli tutti, alla morte di troppe anime disperate
costrette a stiparsi su barconi di fortuna con la speranza di trovare nel
nostro Occidente, nella nostra Europa, condizioni migliori che la loro terra
d’origine non riesce a offrire. Abbiamo pianto la vita di donne, uomini e
bambini morti in un massacro senza decenza. Alle lacrime oggi vogliamo
rispondere e rispondiamo con i fatti. Il nostro Molise, i nostri cittadini, ce
lo consentono. Quel Molise e quei cittadini che hanno conosciuto il valore
immenso e emozionante della solidarietà per la morte dei nostri 27 bambini di
San Giuliano di Puglia.
Oggi San
Giuliano e tutto gli altri centri coinvolti possono rispondere al calore
ricevuto. Apriamo San Giuliano e tutti gli altri comuni, con il contributo e la
partecipazione dei cittadini, all’accoglienza e all’integrazione. Luoghi aperti,
approdi sicuri e caldi, dove i figli della disperazione possano crescere, studiare,
giocare, sentendosi amati e protetti.
Se i migranti
hanno bisogno di noi, noi abbiamo bisogno di loro. Per un futuro ricco di persone,
di giovani, di intelligenze e talenti, di esperienze diverse che sempre
arricchiscono la nostra vita e il nostro cuore. E con la sua presenza, Signora
Ministra, oggi partiamo”.
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