Fondazione “Giovanni Paolo II”
Al momento non esistono in letteratura scientifica mondiale altre segnalazioni sull’utilizzo terapeutico di questa innovativa metodica.
Oggi 4 giugno 2013 alle ore 14:00 si svolgerà il meeting "La RADIOCHIRURGIA" organizzato dall'U.O.C. di Radioterapia, diretta dal prof. Alessio Morganti.
La radioterapia è stata sempre più frequentemente impiegata con uno scopo innovativo: la radiochirurgia, intesa come la totale distruzione di un tumore o di una metastasi con una sola massiccia applicazione di radiazioni.
La Fondazione “Giovanni Paolo II”è il primo centro ad utilizzare la Radiochirurgia con tecnica VMAT. Al momento non esistono in letteratura scientifica mondiale altre segnalazioni sull’utilizzo terapeutico di questa innovativa metodica.
L’argomento verrà affrontato nel corso del meeting a cui parteciperanno esperti del settore.
La radioterapia rappresenta
un’economica e sicura modalità per il trattamento dei tumori. Ha un ruolo
curativo, spesso in associazione ad altre metodiche (chirurgia, chemioterapia),
ed un ruolo palliativo nei pazienti con malattia avanzata.
Uno dei più recenti sviluppi
nei trattamenti tecnologicamente avanzati è rappresentato dalla tecnica VMAT,
che consente di ottenere un’estrema precisione nell’indirizzare lradiazioni sul
tumore in tempi molto contenuti ciò favorisce sia il confort per il paziente sia
la precisione del trattamento.
Parallelamente la radioterapia
è stata sempre più frequentemente impiegata con uno scopo innovativo: la
radiochirurgia, intesa come la totale distruzione di un tumore o di una
metastasi con una sola massiccia applicazione di radiazioni. L’argomento è
stato affrontato nel corso del meeting “La Radiochirurgia” organizzato dalla
Fondazione “Giovanni Paolo II” martedì 4 giugno 2013.
L’Unita di Radioterapia della
Fondazione “Giovanni Paolo II” di Campobasso, diretta dal professor Alessio
Morganti, è stato il primo centro italiano ad utilizzare la tecnica VMAT, dopo
un lungo periodo di implementazione e una serie di simulazioni curate dal fisico
dottor Savino Cilla.
Dal 2010 sono
stati trattati con questa metodica oltre 200 pazienti; a differenza di quanto
avvenuto altrove dove l’utilizzo di VMAT è limitato a singole
patologie, a
Campobasso la VMAT è stata utilizzata in diverse situazioni cliniche: tumori
della prostata, del distretto testa-collo, tumori ginecologici e cerebrali, e
tumori del retto e del pancreas.
L’aspetto forse più innovativo
dell’esperienza della Fondazione è rappresentato dall’uso di VMAT nella
radiochirurgia. La tecnica VMAT si è rivelata ideale per questo tipo di
trattamento perché consente di somministrare dosi molto elevate di radiazioni
con grande precisione in pochissimo tempo. Ad oggi, sono stati trattati circa 60
pazienti, affetti nella maggior parte dei casi da tumori del polmone, del
pancreas e della prostata.
Non risultano nella letteratura
scientifica mondiale altre esperienze di questo tipo, quindi, ad oggi, la
Fondazione risulta il primo centro al mondo ad aver praticato questa innovativa
metodica.
I primi risultati dello studio
scientifico, approvato dal Comitato Etico dell’Università Cattolica del S. Cuore
e coordinato dal Dottor Francesco Deodato, sono stati pubblicati sulla rivista
internazionale ONCOLOGY LETTERS. In particolare, la sperimentazione ha coinvolto
20 pazienti sottoposti a questo tipo di trattamento. In nessun caso sono stati
osservati effetti collaterali rilevanti e si è assistito alla scomparsa del
tumore nel 90 % dei casi alla valutazione mediante PET dopo terapia.
La radiochirurgia mediante VMAT
apre nuovi scenari nella cura dei tumori. Particolarmente interessante è la
possibilità di distruggere le metastasi in diverse sedi. In caso di metastasi,
infatti, la terapia si è tradizionalmente rivolta esclusivamente al
prolungamento della sopravvivenza ed al controllo dei sintomi. La possibilità di
distruggere in breve tempo diverse metastasi in sedi differenti potrebbe invece
permettere un trattamento finalizzato alla guarigione.
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