Immagini che hanno commosso il mondo. Segni che trasformano la parola in testimonianza.
Francesco, il papa della semplicità evangelica continua a scuotere i cristiani
e gli uomini mostrando loro la via del Cristo. Protagonista “ semplice” degli
scatti che hanno fatto il giorno del mondo è un ragazzo di Bojano, Alberto di
Tullio. Il diciassettenne era in pellegrinaggio con la comunità di Bojano. “ a
conclusione della visita pastorale dell’arcivescovo di Campobasso-Bojano mons. GianCarlo Bregantini – spiegano i
sacerdoti delle sette parrocchie della
città – abbiamo organizzato un momento comunitario dal profondo significato: depositare
ai piedi di Pietro le riflessioni e le
esortazioni che in questi intensi giorni di visita pastorale l’arcivescovo ci
ha donato.” E alla comunità bojanese è stato offerto un momento indimenticabile
a livello personale e anche un segno di
speranza per tutti i giovani. “Alberto – raccontano i
genitori- aveva manifestato il desiderio di salutare il papa, ma tutto sembrava irrealizzabile”. E, in effetti Piazza San Pietro, per festeggiare i cento giorni dall’elezione del
papa, è gremita di fedeli in un’afa che
attanaglia tutti. La comunità di Bojano
è lontana dal tragitto di Papa Francesco. I parroci hanno sentito del
desiderio di Alberto e, senza perdere la speranza, raccolgono il suggerimento
di un addetto alla vigilanza. Acquistano una maglietta dell’argentina con il
numero 10 di Messi e si fanno trovare
alla fine del percorso papale. IL 19 giugno del 2013 diventa per Alberto
un momento unico e da non dimenticare.
Il papa individua il ragazzo con la maglia argentina, scende e lo abbraccia.
Alberto, nella sua ingenuità, gli manifesta il desiderio di salire sull’auto
papale e viene subito accontentato. Lacrime di gioia e di commozione, applausi
spontanei sottolineano il gesto.
Il chierichetto della parrocchia di
Sant’Erasmo si accomoda sul sedile e papa Francesco, scherzosamente ma con
un atto altamente significativo lo gira verso i fedeli. Il “fuori protocollo”
diviene, in un piano di ispirazione, l’immagine della magnanimità e della
tenerezza che deve muovere ogni cristiano. E’ l’esortazione ad aprire il cuore al prossimo per ascoltarne la voce, troppe volte
soffocata dai potenti. La foto rimbalza subito sui giornali nazionali
diventando un’ ulteriore conferma di un papa che alla predicazione fredda e
distaccata ha sostituito la “Parola” che è Vita. Alberto, senza saperlo, nel tentativo
di esaudire il suo desiderio, assurge a simbolo
di una chiesa dell’accoglienza e della prossimità, affinché tutte le
“pecore” possano trovare eguale dignità nel gregge, sotto lo sguardo attento
del Pastore. Al di là dei protocolli l’accoglienza del giovane chierichetto di
Bojano è, nuovamente, l’esortazione a
vivere di semplicità nell’accoglienza dell’altro. Uno stupendo dono,
questo “fuori programma”, che suggella la visita pastorale nella zona foraniale
ed esorta i 7 parroci a proseguire in un cammino di nuova evangelizzazione
nell’apertura e nell’essere “prossimo”, esercitando la magnanimità. Sorella
Provvidenza, attraverso Papa Francesco, ha affidato questo messaggio alla
fervente comunità di Bojano anche grazie all’ingenua semplicità del giovane Alberto.
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