“Il processo
che vede le forze di sicurezza assumere un sempre maggiore ruolo in Afghanistan
si sta svolgendo nel pieno rispetto del calendario previsto.” Con queste parole
il presidente afgano Hamid Karzai ha salutato gli intervenuti alla cerimonia che
si è tenuta stamattina all’Afghan National Defence University ed ha visto la
partecipazione dei massimi vertici dell’Alleanza Atlantica e del governo afgano.
Presenti, tra gli altri, il segretario generale della Nato, Anders Fogh
Rasmussen e il comandante in capo di tutte le forze Nato in Europa, generale
statunitense Philip M. Breedlove.
Particolare enfasi è
stata data nell’ambito della cerimonia alla presenza di alcuni “wounded
warriors”, soldati afgani e delle nazioni facenti parte della missione Isaf
che sono rimasti feriti a vario titolo nell’adempimento del dovere in
Afghanistan e citati da tutti quale esempio di spirito di sacrificio, tenacia,
saldezza di carattere e dedizione alla causa del popolo
afgano.
L’Italia è stata ben
rappresentata dal capitano di corvetta Luigi Romagnoli, dal capitano Stefano
Ferrari e dal caporal maggiore scelto Andrea Maria Cammarata.
Il capitano di corvetta
Romagnoli, nel settembre del 2006 in servizio con la Task Force 45, è rimasto
vittima di trauma cranico e cervicale quando il mezzo sul quale si stava
spostando nel distretto di Bala Boluk veniva coinvolto nell’esplosione di una
mina anticarro e proiettile di artiglieria collegati ad un ricevitore radio. E’
tornato in Afghanistan altre 4 volte e a tutt’oggi presta servizio a
Kabul.
Il capitano Stefano
Ferrari, del 2° Rgt. Pontieri
di Piacenza, il 24 novembre 2007 veniva ferito a seguito di un attentato suicida
nella valle di Pagman, a circa 15 chilometri da Kabul, durante una cerimonia di
inaugurazione di un ponte.
Il Caporal Maggiore
Scelto Cammarata, invece, in servizio con l’8° reggimento genio paracadutisti,
si trovava nel luglio del 2009 a bordo di un veicolo Lince nei pressi del
villaggio di Ganjabad, 40 Km a nord est di Farah, quando rimase coinvolto
nell’esplosione di un ordigno esplosivo improvvisato che gli ha causato la
frattura del radio e ulna del braccio destro.
"L’assunzione di
responsabilità per la sicurezza a livello nazionale dimostra chiaramente che il
progresso in Afghanistan è reale e tangibile. Anche se le sfide restano, le Ansf
continuano a crescere in capacità e fiducia nei propri mezzi ogni giorno.
L’Afghanistan ha la piena sovranità sul proprio territorio", ha dichiarato il
generale di corpo d’armata Giorgio Battisti, capo di stato maggiore della
missione Isaf dal 22 gennaio 2013. “Il passo è epocale”, continua il generale,
“le giovani forze di sicurezza nazionali rimpiazzeranno in toto quelle della
Coalizione e quest’ultime muoveranno interamente a un ruolo di sostegno,
formazione e tutoraggio. In particolari situazioni di emergenza, inoltre, la
Coalizione potrà fornire un supporto sotto forma di appoggio aereo ed
evacuazione medica”.
Nella pratica,
l’annuncio della Tranche 5 e della Milestone 2013 significa che
soldati e poliziotti afgani saranno responsabili giorno per giorno
dell'esecuzione delle attività operative, che saranno supervisionate e dirette
da un nuovo comando nell'ambito del Ministero della Difesa: l’Afghanistan
Ground Forces Command. Inoltre, il governo afgano fornirà la direzione
politica per la campagna attraverso i suoi ministeri.
Grazie all’impegno della
Nato e della comunità internazionale le Ansf sono passate da circa 40mila
effettivi nel 2009 a circa 352mila di oggi.
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