sabato 15 giugno 2013

BREGANTINI ALLA GAM di BOJANO

Campobasso 15 giugno 2013

Bojano. Il vescovo Bregantini in visita alla Solagrital di Bojano. 

Non una visita amministrativa né tecnica quella dell’arcivescovo di Campobasso-Bojano , mons. GianCarlo Bregantini . La visita  all’azienda,  programmata nell’ ambito  della visita Pastorale  nell’area matesina a Monteverde  frazione di Bojano, è stata una visita di speranza e dialogo, conforto e confronto.  Accompagnato dal parroco di Monteverde, don Adriano Cifelli,  il vescovo è stato accolto questa mattina  con attenzione paterna dal direttore dell’azienda Angelo Giallorenzo e da  un gruppo di lavoratori della varie categorie, da quella avicola a quella dei trasporti, in sofferenza per il momento di crisi ed in special modo per la situazione di staticità , comune a tutti i settori, in cui versa l’intera produzione. “Quando sono debole è allora che sono forte”!  E’ questo  “Il volto di speranza da tracciare per il Matese” nella  parola  incisiva  di conforto  del pastore Bregantini e Presidente della CEI per la commissione Lavoro, Giustizia e Pace. “Le lacrime possono diventare un coagulo di speranza”- ha soggiunto. 
Di speranza è stato infatti l’incontro tra il direttore ed il vescovo nel dialogo durato 45 minuti, alla presenza dei parroci don Adriano Cifelli  e di don Rocco di Filippo, arciprete della Cattedrale di Bojano e della delegazione della stampa diocesana.  Presenti anche molti dipendenti e  rappresentanti sindacali  ad ascoltare in silenzioso rispetto le parole di coraggio dell’arcivescovo e le parole chiare  del direttore intrise di commozione e di “santo realismo”. Qualche lacrima dovuta al  peso sofferto e ad un atto liberatorio nel descrivere la “storia” di un’azienda che vorrebbe vedere la risoluzione  nell’aspetto economico sì, ma anche di sperare in un intervento  strutturale efficace.  Il recupero della fiducia, l’impegno, l’abnegazione e la  professionalità – le priorità espresse nelle  commosse parole  del direttore.
 Ma soprattutto un appello culturale per riportare alla luce un’ azienda molisana qualificata e che è stata oggetto di strumentalizzazioni mediatiche che hanno evidenziato solo parole di pessimismo in un ambiente saturo di problemi. “Non si può, non si deve, non ci  è consentito – ha soggiunto Giallorenzo – tutti insieme dobbiamo traghettare  perché la preoccupazione per il futuro è di tutti anche se complessa nei vari comparti . Bisogna ripartire dal cuore dell’azienda, grazie  anche agli interventi economici di sostegno da parte dell’istituzione regionale, ma noi abbiamo il primario compito di accompagnare e monitorare quotidianamente, la  produzione, nell’impegno dei tanti volti che sono il  riflesso dei principi non negoziabili: etica, lavoro e credibilità”.
L’esperienza che abbiamo vissuto in questa giornata  – ha concluso l’arcivescovo - ci dice di due doni: la ringraziamo per averci ricevuti, l’onestà e la chiarezza. La complessità e la profondità con cui affrontarli.  E mi piace sintetizzare la vicenda di questa azienda presente sul territorio da circa quarant’anni attraverso tre sentieri :
La gratitudine che questa azienda merita per essere riuscita a traghettare nonostante le difficoltà finanziarie.
Il grande legame tra questa sede ed il territorio. Questa azienda è fulcro di legame indispensabile per il territorio. 
E  a noi come sacerdoti serva per comprendere che questi problemi hanno il loro riflesso nelle famiglie.
 Le modalità risolutive .Più volte ho mediato con i fratelli Veronesi.
La chiave risolutiva può venire da un sano dialogo e preghiera costante.
Dopo il confronto, l’arcivescovo Bregantini e i due parroci sono stati guidati nel comparto della  produzione per l’osservazione del processo di lavorazione.
La speranza è quella di un traghettamento completo e concreto. I lavoratori non si accaniscano sugli ammortizzatori – nel discorso conclusivo del direttore - un paracadute che può salvare, ma non certo può liberare se non ci sono prospettive di rimettere in loco tutta la catena di produzione. Lo scenario può cambiare se ciascuno con consapevolezza può spezzare la propria lancia offrendo una soluzione vivibile per tutti. 

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