Nel folklore, la storia, la cultura, la
tradizione del Molise
La prima
rassegna del folklore molisano si è conclusa con il medesimo successo che ha
caratterizzato la giornata di apertura. L’auditorium dell’ex Gil di Campobasso
a stento è riuscito a contenere il folto pubblico che ha voluto prendere parte
all’atto conclusivo di una manifestazione che ha voluto fortemente porre
l’attenzione sulla storia, sulla cultura, sulla tradizione dell’intero Molise
tramite i valori, i ricordi, le musicalità di diversi gruppi folkloristici. Il
Molise di oggi è stato costituito dai nostri avi grazie e soprattutto al
patrimonio di conoscenza, cultura, tradizione che è stato tramandato alle nuove
generazioni.
E’ questo che hanno sottolineato tutti i gruppi intervenuti nella
serata di sabato 9 marzo. Gruppi che per la maggior parte dei casi sono formati
da ragazzi e ragazze che con orgoglio e onore portano avanti una lunga
tradizione radicata a doppia mandata con il tessuto sociale e connettivo di
ogni singolo comune della regione. Tutti i gruppi sono consci di essere dei
piccoli scrigni, delle piccole macchine del tempo che negli anni riescono a
mantenere vivo il ricordo dei secoli scorsi e delle abilità ricamatorie delle
donne di un tempo. Un discorso a parte, poi, merita il patrimonio d’arte che è
racchiuso in ogni singolo abito dal quale si può comprendere l’aspetto umano,
psicologico, sociale, antropologico dei tempi passati e di coloro che li
indossavano nelle occasioni più importanti della vita come ad esempio il
matrimonio o il funerale. «Ogni abito che indossano le donne dei nostri gruppi
folkloristici nasconde una storia che rispecchia in pieno le abitudini e la
vita di un tempo - ha sottolineato il dottor Antonio Scasserra -.
Le giovani
generazioni debbono comprendere che indossare un abito del genere o far parte
di un gruppo folkloristico locale è un assoluto privilegio e onore e che un
simile ed invidiabile patrimonio deve essere tramandato anche alle nuove
generazioni nell’identico modo come è giunto a noi. Nel folklore sono racchiuse
le radici di ognuno di noi, le radici di un mondo contadino dal quale è nato il
Molise odierno». Un messaggio quello dello studioso Scasserra che ha raggiunto
gli animi e il cuore di tutti i presenti che hanno partecipato con vivo
interesse a tutte le esibizioni, sottolineati da scroscianti applausi. Un
successo ed un coinvolgimento totale maturato grazie all’allegria, alla
simpatia, alla bravura di ogni singolo componente i gruppi che, tra le altre
cose, ha fatto ballare per tutte le quattro ore della kermesse i numerosi
bambini e bambine che hanno affollato la parte antistante il palco
trasformandola in una piccola pista da ballo. «E’ questo il Molise che vogliamo
esaltare con il nostro impegno, sono questi i valori della nostra terra e dei
nostri borghi che vogliamo promuovere e far conoscere in lungo e in largo con
il nostro lavoro. Sono questi i caratteri tipici e fondanti della nostra
cultura che nessuno ci può copiare e che sono un marchio di qualità della
nostra terra, sono questi i giovani molisani che hanno a cuore la propria terra
d’origine - ha rimarcato Maurizio Varriano organizzatore della rassegna -».
Il
grande merito della rassegna e della conseguente mostra di costumi e strumenti
tradizionali, a detta di molti, è stato quello di togliere quella leggera
patina negativa che era a volte maliziosamente accostata al mondo variegato del
folklore. Per chi come i molisani affonda le proprie radici in un terreno
agricolo, in una società contadina dedita al duro lavoro nei campi il folklore e
la tradizione non può che essere il filo diretto ed indissolubile con il
proprio passato, un cordone ombelicale con i nostri nonni, con i nostri bisnonni, con i nostri avi che con il
sudore delle loro rude mani ci hanno tramandato dei valori universali di
famiglia, di cordialità, di solidarietà, di semplicità che sono a tutt’oggi i
punti focali di ognuno di noi, malgrado la frenesia dei nostri giorni. Il
suggello della manifestazione, poi, è stata l’esibizione del Maestro innovatore
Franco Izzi di Scapoli che, a grande richiesta, si è esibito nell’esecuzione
dell’inno di Mameli con la sua zampogna. Ospiti d’onore della serata conclusiva
della rassegna sono stati il presidente della Provincia di Campobasso, Rosario
De Matteis, e l’onorevole Massimo Tedeschi, presidente dell’associazione delle
vie Francigene d’Europa e grande amico dei Borghi d’Eccellenza vero e proprio
motore propulsivo, insieme alla Fondazione Molise Cultura e alle Province di
Campobasso e Isernia, della rassegna.
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