Campobasso: due persone arrestate per tentata estorsione dai Carabinieri del Nucleo Investigativo.
Un’altra positiva operazione di servizio è
stata compiuta oggi dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Campobasso. I
militari, coordinati dal Ten.Col. Umberto TAMBORRINO, comandante del Reparto
Operativo e guidati sul campo dal Mar.Ca. Ezio MAZZARELLA, hanno eseguito due arresti
in flagranza per il reato di tentata estorsione.
Questi i fatti: lo scorso 6 luglio un 37enne
campobassano aveva denunciato il furto dell’autovettura Lancia Y, di proprietà
della madre, avvenuto in questa via Duca d’Aosta. L’uomo aveva lasciato all’esterno
di un bar, poggiati su di un tavolino, le chiavi dell’autovettura, un paio di
occhiali ed un pacchetto di sigarette; allontanatosi per una commissione, al
suo ritorno non aveva più trovato nulla ed aveva notato la sparizione della
Lancia Y parcheggiata nei pressi.
Dopo qualche giorno il denunciante aveva
ricevuto la visita di un conoscente presso la rivendita di autovettura ove
lavora; parlando dell’avvenuto furto, l’uomo aveva compreso che l’amico, M.L., 30enne campobassano, agente di
commercio, era a conoscenza di qualcosa circa la vicenda. Dopo qualche
insistenza, il M.L. aveva confidato al denunciante che l’autovettura era nella
disponibilità di una terza persona, tale V.L.,
35enne campobassano, elettricista, e che se voleva rientrare in suo possesso
doveva corrispondere loro la somma di euro 2000.
Si trattava del classico “cavallo di
ritorno”: l’uomo però non ci è stato e si è recato negli uffici del Nucleo
Investigativo ove ha messo a conoscenza dell’accaduto i Carabinieri. Oggi è
scattata la trappola: nel luogo dell’appuntamento stabilito con gli estortori
si sono fatti trovare i militari dell’Arma, opportunamente nascosti, dopo aver
fotocopiato le banconote oggetto della dazione di denaro. Al momento dello scambio sono scattate le
manette ai polsi dei due, i quali hanno poi riferito di vantare un credito nei
confronti del loro denunciante per via di alcuni utili non condivisi derivanti
da una società di fatto finalizzata alla vendita di autovetture: questo non è
servito loro ad evitare che si aprissero le porte della casa circondariale del
capoluogo.
L’autovettura Lancia Y, rinvenuta poi in
questa via Zuccarelli, è stata restituita all’avente diritto.
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