Progetto della via
Francigena del Sud e del tratto ricadente in territorio molisano.
Presentato a Roma, in ambito europeo.
Prosegue
senza sosta l’opera promozionale e divulgativa della via Francigena del Sud e
del tratto ricadente in territorio molisano da parte dei massimi vertici
dell’associaizone I Borghi d’Eccellenza del Molise. Dopo aver presentato il
progetto di base in Abruzzo, più precisamente nel comune di Rocca San Giovanni
in provincia di Chieti nel particolare scenario di un trabucco, nella giornata
di ieri il coordinatore regionale de I Borghi d’Eccellenza del Molise, Maurizio
Varriano, e il direttore del comitato tecnico scientifico, l’architetto Franco
Valente, hanno preso parte al forum che si è svolto presso la sede
dell’Istituto geografico a Roma. Dopo l’anteprima molisana a Sepino la
Francigena del Sud è stata presentata in via ufficiale e a livello europeo
davanti una platea di illustri ospiti provenienti non solo dall’Italia ma anche
da diverse realtà del vecchio continente. Nel 1994 il Consiglio d’Europa
riconobbe la via Francigena come importante itinerario culturale e le attribuì,
in termini progettuali, unitarietà e fruibilità a livello turistico, offrendo
alle regioni coinvolte una importante occasione di sviluppo territoriale. Il
cammino della via Francigena si fermò a Roma, lasciando fuori il tracciato che
dal Lazio meridionale si allunga nel territorio della Campania, del Molise, e
della Lucania, scendendo fino al Salento, regione terminale della Puglia, li
dove giungevano molti pellegrini diretti verso la Terra Santa e/o approdavano
molti altri provenienti dall’Oriente e diretti a Roma. Il mancato
riconoscimento della via Francigena del Sud come via storica di pellegrinaggio,
non solo ne misconosce il fondamentale ruolo di raccordo con l’Oriente, ne nega
il valore culturale, paesaggistico ed economico ma limita eventuali occasioni
di dialogo con i Paesi mediterranei e, soprattutto, esclude le regioni
meridionali dai grandi circuiti del turismo culturale e religioso. Ne consegue
l’urgenza di un suo riconoscimento ufficiale, la certificazione di questo
segmento meridionale dell’itinerario ed il suo riconoscimento a livello
istituzionale consentirà agli enti pubblici ed ai portatori di interesse di
accedere a tutti i benefici finanziari che ne derivano, favorendo l’attivazione
delle diverse fasi di realizzazione del percorso e sua valorizzazione. La
certificazione di itinerario culturale alla Francigena del sud è un obiettivo
possibile ma condizionato dalla partecipazione di molti soggetti istituzionali,
regioni, province, comuni, associazioni e non, complessivamente impegnati nella
definizione di un progetto che corrisponda ai criteri di eleggibilità di tema,
rete ed azioni di un itinerario culturale, così come previsto dal regolamento
del consiglio d’Europa. E’ un processo che richiede competenze ma, soprattutto,
azioni di concertazione indirizzate a costruire una rete permanente di attività
e di interesse per la via Francigena, che non solo sia utile ad ottenere la
certificazione, ma, soprattutto, sia abile a mantenerla, quando ottenuta. Il
workshop romano ha messo a confronto esperienze ed ipotesi di lavoro prodotte
da enti pubblici e da associazioni culturali meridionali, soggetti interessati
alla definizione della rete, alla creazione di un progetto e alla
certificazione del percorso della Francigena del sud. Numerosi, come detto, gli
ospiti illustri che sono stati introdotti dall’onorevole Silvia Costa tra i
quali possiamo ricordare Roberta Alberotanza del Ministero degli Affari Esteri,
Claudio Bocci direttore di Federculture, Giuseppe Trieste presidente della
Fiaba, Franco Salvatori presidente dell’Istituto geografico Italiano, Simone
Bozzato segretario dell’Istituto geografico Italiano, Delasalle dell’università
del Messico, Samy Tanfik dell’associazione europea dele vie Francigene, Carlo
Monti regista del programma di Rai Uno Linea Verde che grazie a Nicola
Mastronardi ha conosciuto il Molise e i suoi tratturi. Ad aprire lo spazio
dedicato alla Regione Molise è stata la dottoressa Rosetta Porfirio in
rappresentanza dell’Ente di via Genova. “Come Regione Molise e come Presidenza
del Consiglio Regionale – ha rimarcato la dottoressa Porfirio – abbiamo già
attivato l’iter burocratico-amministrativo, sia in Italia sia in Europa,
affinché venga riconosciuto ufficialmente il tratto molisano della via
Francigena. Si sono già avviati dei contatti tra il presidente Mario Pietracupa
e l’onorevole Tedeschi proprio per accelerare i tempi di questo
riconoscimento”. A seguire l’intervento di Maurizio Varriano che ha incentrato
il suo discorso principalmente sulla centralità dell’uomo e sull’elevata
spiritualità racchiusa nella via Francigena. “La via Francigena è un progetto
di respiro internazionale che ci riporta alle origini della nostra cultura,
della nostra storia, della nostra tradizione. E’ un percorso spirituale che
riporta l’uomo alla sua centralità nel mondo e lo accompagna verso un vero e
sano vivere, verso un vero e sano turismo, nel pieno rispetto della natura,
della religione e delle peculiarità di tutti i territorio attraversati. E’ un
percorso nel quale si possono trovare le radici del’Europa attuale”. La
chiusura è stata, poi, affidata all’architetto Franco Valente che ha imperniato
il suo discorso sull’aspetto prettamente storico della Francigena, mettendo in
evidenza il ruolo centrale avuto da Castel San Vincenzo. Un intervento talmente
erudito e ricco di particolari che ha lasciato esterrefatti l’intera platea
giunta a Roma nella sede dell’Istituto geografico Italiano. Ma l’opera
promozionale e divulgativa non termia con la trasferta romana. Nella giornata
di domani, infatti, Varriano e Valente saranno in quel di San Marco la Catola,
in provincia di Foggia, per presentare la via Francigena del Sud anche in
Puglia. A piccoli passi sta prevenendo piede quello che fino a quale tempo fa
si pensava fosse solo un semplice sogno ad occhi aperti.
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