Messaggio
del Presidente della Regione Michele Iorio in commemorazione del 20°
anniversario della strage di via D’Amelio a Palermo in cui perse la vita Paolo
Borsellino e 5 agenti della sua scorta.
A. Michele Iorio |
Domenica 19 luglio 1992, alle
ore 16.58, due mesi dopo la strage di Capaci, un altro boato scosse Palermo, la
Sicilia e l’Italia intera. Ancora una volta, la mafia aveva colpito lo Stato al
cuore, uccidendo dei suoi indomiti e fieri servitori: il Giudice Paolo
Borsellino e i suoi cinque agenti di scorta, Agostino
Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie
Cosina e Claudio Traina.
Ancora una volta, sembrò che la mafia avesse prevalso sullo
Stato democratico attraverso il feroce “spegnimento” di una delle sue fiamme
più vive. Ma, ancora una volta, la mafia in verità perse. Se pensava, con
quell’ennesima bomba di annientare, il lavoro di Borsellino, come aveva fatto
prima con Falcone; se credeva di cancellare il loro esempio, se sperava di
ammutolirne il grido di giustizia che si alzava dalle loro inchieste ed azioni
quotidiane, beh, si sbagliava grandemente. Borsellino e Falcone denunciarono
solitudine negli ultimi periodi del loro impegno, prima di essere uccisi. Un
isolamento che, evidentemente, creò loro grande disagio e dolore, forse anche
inquietudine e dubbi.
Ma dopo il “bagno del
martirio”, come qualcuno definì il loro assassinio, una grande folla di
cittadini palermitani, siciliani, italiani e quindi molisani, li cinse in un
abbraccio ideale, facendoli entrare per sempre tra gli eroi di questo Paese,
tra i modelli da indicare alle generazioni future, tra coloro i quali si sono
immolati affinché la civiltà italiana fosse all’altezza della sua storia
millenaria, nonché dei valori che si professano nella sua Costituzione.
A vent’anni da quel momento,
ancora una volta l’Italia libera, onesta, lavoratrice, democratica e
lungimirante si stringe intorno a Paolo Borsellino e ai suoi agenti,
ringraziandoli per l’esempio che ci hanno dato, per lo sprone a cambiare le
cose che non vanno, per la determinazione a non arrendersi alle negatività, per
la volontà di servire gli ideali in cui si crede fino all’estremo sacrificio.
Quegli ideali fanno dell’Italia un grande Paese, perché costruito con il sangue
di grandi eroi come Borsellino, Falcone e tanti altri che hanno dato la vita
per lottare contro la criminalità, le ingiustizie, le prevaricazioni e le
violenze.
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