domenica 2 giugno 2013

FESTA DELLA REPUBBLICA 67° ANNIVERSARIO

Campobasso 2 giugno 2013

DA ROMA A CAMPOBASSO DAL PRESIDENTE NAPOLITANO AL PIU' SEMPLICE CITTADINO, TUTTI COMMOSSI NEL VEDERE LA BANDIERA TRICOLORE ELEVARSI LUNGO IL PENNONE ASCOLTANDO L'INNO DI MAMELI

IN GALLERIA LE FOTO DELLA CERIMONIA (di GINO CALABRESE)
CAMPOBASSO 2 GIUGNO, 67° anniversario della proclamazione della Repubblica


Domenica 2 giugno, in adesione a quanto disposto dalla Presidenza della Repubblica, a Campobasso le celebrata la ricorrenza del 67° anniversario della proclamazione della Repubblica improntata alla massima sobrietà ed al rigore istituzionale, in linea con il momento di difficoltà economica che il Paese attraversa.
In Piazza della Vittoria, con inizio alle ore 9.00, alla presenza delle Autorità Civili e Militari, dei rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’armi, dei medaglieri e Labari e dei Gonfaloni della Regione Molise, della Provincia e del Comune di Campobasso, si è svolta una breve cerimonia nel corso della quale è stata deposta una corona di alloro presso il Monumento ai Caduti.



Lavoriamo per dire con sorriso e passione “viva l’Italia, l’Italia tutta intera”». 
Di seguito l’intervento integrale del presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, alle celebrazioni per la Festa della Repubblica nel Palazzo di Governo di Campobasso.

«La crisi dei partiti, la sfiducia dei cittadini, l’antipolitica prima, l’abbandono della politica dopo.
In un crescendo senza sosta oggi abbiamo un’Italia smantellata nelle sue fondamenta più solide. Nessuno di noi probabilmente avrebbe potuto immaginare e profetizzare uno scenario di così profondo distacco tra vita di strada, vita vera, e Palazzo. Nessuno avrebbe potuto concludere che la nostra Italia repubblicana potesse da più fronti essere colpita nel cuore della sua identità. E invece è successo e ora tutti siamo chiamati a risponderne. 
Oggi rispetto a ieri, però, c’è la consapevolezza di una precarietà sociale e culturale, non solo più economica, diffusa in ogni dove. Non c’è negazione né mistificazione della realtà. Nessuno è più sordo o fa finta di niente. Tutti riconosciamo le rovine, le colpe, gli errori, le responsabilità di ciascuno di noi. E non è, questa, una resa. È, al contrario, possibilità. 
È, se lo vogliamo e se ci crediamo tutti insieme, il punto da cui ripartire per ricostruire quello che ci circonda nell’alto segno democratico delle nostre Istituzioni. La nostra Storia ci dice che possiamo e dobbiamo farlo. La nostra Storia ci incoraggia a rialzarci assieme perché ci ricorda che l’abbiamo sempre fatto. 
Nella Festa della Repubblica, nel giorno dedicato alle Forze armate, è nostro dovere guardare con occhi lucidi quello che c’è attorno a noi, nella convinzione, però, che non tutto sia perduto. Anzi.
Rifacciamo nostro lo spirito del 2 giugno 1946. 67 anni fa c’era un popolo che assaporava il brivido del voto libero, ne godeva il diritto, ne afferrava la potenza. Le donne si ritrovavano in fila ai seggi per la prima volta come gli uomini, di fronte a un orizzonte di comunanza, di crescita, di opportunità per tutti. 
Il crollo della partecipazione alle elezioni, registrato come mai prima nelle ultime amministrative, è un segnale di dolore che dobbiamo ascoltare e raccogliere. È l’indifferenza alla quale invece reagiremo con il giusto linguaggio, il giusto esempio, il giusto contenuto. I nostri cittadini ci dicono basta e dicono basta anche all’urlo di piazza che sembrava la grande novità e la possibile speranza.
L’abbandono del voto è l’abbandono delle Istituzioni, non possiamo non tenerne conto, ma non asseconderemo per questo l’onda distruttiva dei nostri valori, dei nostri organismi, dei nostri ruoli politici. Nemmeno dei partiti. Abbiamo bisogno di partiti sani e onesti, rinnovati, come guida e riferimento. Senza, siamo uomini e donne allo sbando. Lo vediamo tutti i giorni. 
Capiremo, di nuovo uniti, che nelle Istituzioni c’è ancora e sempre la risposta sicura che i nostri cittadini attendono. Sapremo farlo perché dimostreremo noi per primi di credere e rispettare le Istituzioni che valgono e sono sempre al di sopra degli uomini che le rappresentano. Ce lo chiede e ce lo impone il Presidente Napolitano che è il custode e il testimone della nostra fede repubblicana.
 Per questo, siamo convinti e siamo certi che quelle fondamenta smantellate siano invece ancora lì capaci di sorreggere tutti noi. Ritorniamo alla cura di esse per il bene del nostro grande Paese. Facciamolo insieme nel nostro piccolo Molise, senza più alimentare inutili spiriti contro. Le battaglie populiste, l’abbiamo visto, non portano a niente. Lavoriamo per creare lavoro, lavoriamo per risalire dal punto più basso. Lavoriamo per essere uniti, vicini e solidali. Lavoriamo per dare speranze. Lavoriamo per non sprecare il sacrificio di chi ci ha consegnato una Repubblica fondata sul lavoro. 



ROMA RIVISTA DEL 2 GIUGNO

Questa mattina, in una bella giornata di sole, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Ministro della Difesa Mario Mauro, delle più alte cariche dello Stato e del Capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, con una festosa cornice di pubblico, si è svolta la rivista del 2 giugno.











"Recuperare fiducia nella politica e nelle istituzioni e non mettere a rischio la stabilità. Vigilerò perché non si scivoli di nuovo verso opposte forzature e rigidità"



Messaggio del Presidente Giorgio Napolitano


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