Bojano. Riflessione del vescovo al termine della Visita Pastorale alla
GAM –Solagrital
“Quest’azienda storica e vitale
per il Matese, non si può, non si deve, non si vuole chiuderla”!
Da questa decisa affermazione
siamo partiti in una riflessione corale dentro lo stabilimento dell’azienda
GAM. Lo stile della visita è stato quello di un incontro di natura pastorale e
di grande ascolto. Di forza etica e spirituale molto densa.
Non abbiamo offerto soluzioni
tecniche. Non ci competono come Chiesa. Ma portato motivazioni forti sul piano
culturale e spirituale. La parola di Dio della messa del giorno descriveva il
cuore di Paolo, davanti alle tribolazioni della sua vita, non facile.
Paragonava l’esistenza ad un “vaso di creta”, fragile. Come fragile è
quest’azienda in questo difficile momento. Eppure paolo aggiunge: “Siamo
tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo coinvolti, ma non disperati;
perseguitati ma non abbandonati; colpiti da non uccisi, portando sempre al
nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel
nostro corpo” (2 Corinzi, 4,7-9)
Aggettivi che si addicono molto
bene alla realtà dell’azienda. Ma che ci danno anche l’ottica con cui guardare
al futuro di essa. Con grande speranza, al di là delle tribolazioni.
Per questo, riassumiamo il cammino futuro, così come lo abbiamo intuito nel
dialogo e nella suggestiva visita all’interno della fabbrica, in sette punti, che possono esserci
fecondi di luce e di coraggio.
1.
Interesse per la produzione. Partiamo da una buona notizia: il
mercato tira!. L’azienda non è “decotta”, ma vigile viva, copre una fetta di
mercato importante. La carne di pollo è oggi molto richiesta, per diverse ragioni.
Tante manifestazioni di interesse vanno registrate sulla produzione.
2.
Il capitale umano della GAM. Accanto al mercato, è importante
sottolineare che la fabbrica contiene un grande capitale umano. Le colline del
Matese sono segnate da grandi e intelligenti capannoni che registrano la forza
del talento umano. E’ fierezza, competenza, imprenditorialità e qualità! Questo
ci chiede di continuare con zelo e passione l’opera dei nostri padri, per
restituire speranza a chi ha investito, a chi ha creduto, a chi ha creato
futuro per i propri figli, con
generosità e tenacia.
3.
Gli errori del passato, la fragilità di oggi. Contemporaneamente, registriamo anche,
purtroppo, una serie di errori, che hanno reso fragile tutto questo
impegno. Come un “vaso di creta”. Errori ben riconosciuti, dovuti a miopia, al
cedimento progressivo alla logica
assistenzialistica, con il conseguente spreco di risorse pubbliche, anche nel
silenzio compiacente di istituzioni e opinione pubblica.
4.
La speranza di salvare l’area del Matese. Le analisi sugli errori abbondano. Ma
non crediamo che la necessità di andare oltre sia nel cuore di tutti. Non basta. Occorre ora
impegnarci tutti per guardare al futuro in termini di speranza. Le lacrime,
anche fisiche, vanno ora asciugate. Con dignità, certi che i talenti positivi
sono ben maggiori. E che il Matese ha diritto ad una nuova fase di coraggio, di
dignità e di futuro per i giovani. Se chiude GAM si annulla l’intera area, che
comprende zone molto vaste. Con danni irreparabili.
5.
Soluzione attraverso cultura ed empatia . La soluzione non sarà agevole né è
possibile pensare a tempi brevi. Occorrono tempi lunghi! E tanta pazienza, con
molta empatia da parte di tutti. Questa
empatia non è solo sentimentale. Ma esige che vi sia un coinvolgimento
culturale. Ad iniziare dai mass- media, per star vicino, parlar bene con
fiducia, crederci con santo realismo. Più si crea attorno all’azienda un clima
di fiducia, più veloce sarà la ripresa. Per questo, anche il compito della
Chiesa è prezioso. Chiediamo perciò di essere, come parroci, costantemente
informati, subito, in tempo reale,
(scelte, passi, decisioni, tempi, intuizioni…) e come Chiesa r comunità
cristiana, ci impegniamo a seguire questo cammino, con intensa preghiera e viva
compartecipazione, vicinanza e grande
stima per chi deve rialzare la speranza. Fecondo è stato per noi il gesto di visitare direttamente l’azienda. Se ne esce molto consapevoli della
fatica reale, dell’impegno professionale, delle difficoltà presenti. L’empatia
chiede che anche il consiglio comunale della città si compenetri, in un rinnovato cammino unitario, ben oltre le
frammentazioni attualmente presenti!
6.
L’impegno delle istituzioni. Alla
Regione Molise , da sempre
fattore decisivo, chiediamo con la voce dell’intera azienda, un ACCOMPAGNAMENTO
monitorato, articolato e verificato. Per non cadere negli errori precedenti. Ma
anche necessario, per superare con sapienza l’attuale momento critico. Un segno
richiesto (che condividiamo!) è quello di
una fidejussione, gestita dalla Regione, con serio impegno di
restituzione. Uscire cioè dalla Paura con questa mano che accompagna!
7.
Risposta con strategie strutturali di
sostegno. I diversi
comparti richiedono una risposta complessa. Ma l’importante è suddividere, a
nostro umile giudizio, il peso attuale, dando precedenze al settore uova, con
sagge strategie di sostegno, per poi sostenere tutti i successivi comparti.
Con fiducia, + padre
GianCarlo, Vescovo
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