domenica 6 aprile 2014

ONORIFICENZE "AL MERITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA"

Campobasso 6 aprile 2014
C’era una volta la cavalleria...
Di Gennaro Ciccaglione

Una volta esisteva il Cavaliere senza macchia e senza paura, che accorreva in difesa dei deboli, dei poveri e delle donne, pronto a battersi  in singolar tenzone contro ogni oppressore o prevaricatore, non esiste più. Non passò molto tempo ed i Cavalieri iniziarono a coalizzarsi tra loro ed intorno ad un principe prescelto al quale offrivano braccio e cuore, forza e coraggio, senza però mai venir meno a loro spirito di servizio e di onore. Nacque così la cavalleria come corpo di guerrieri di professione che si affermò maggiormente in Francia ma anche in  Germania, Inghilterra, Spagna ed Italia.
Nell’XI secolo i Cavalieri divennero Miles Christi, il Combattente di Cristo, la Chiesa fu maggiormente presente nella cerimonia di investitura fino ad aggiungere, a tutte le prove di coraggio che l’investitura stessa pretendeva dal giovane che doveva inserirsi nel gruppo dei Cavalieri già affermati, anche la benedizione della spada. Quando poi sopraggiunsero le crociate ecco che si formarono anche i primi ordini religiosi militari. Nel XIV e nel XV secolo, la Cavalleria ebbe il massimo splendore: i tornei cavallereschi la diffusero in tutte le regioni d’Europa e nemmeno la letteratura riuscì a sottrarsi al fascino della cavalleria.
Nacquero così l’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, poi detto di Rodi, e quindi di Malta, l’Ordine dei Cavalieri Teutonici (1118), quello di Cavaltra , quello di San Benedetto d’Aviz (1162), quello dei Cavalieri di San Giacomo della Spada o di San Giacomo di Compostella ( (1175), quello di Alcantara, quello della Mercede, quello del Cristo (fondato in Portogallo nel 1318 dal re Dionigi I) fino a quello di Santo Stefano di Toscana, fondato da Cosimo I dei Medici nel 1562 e quello dei Santi Maurizio e Lazzaro istituito nel 1572 da Emanuele Filiberto di Savoia. Ciascuno di questi ordini adottava una propria regola in tutto simile, e talvolta identica, ad una regola monastica: i Cavalieri di San Giovanni, di San Lazzaro, quelli di Santo Spirito di Roma, ad esempio, adottarono integralmente la Regola di S. Agostino. Tutti questi ordini si distinsero in due grandi categorie: quella degli ordini militari ed ospedalieri, detti anche della Cavalleria effettiva, e quelli invece creati generalmente dopo la fine del Medio Evo da principi e sovrani per ricompensare i sudditi più meritevoli di benemerenze, detta invece Cavalleria Onoraria. Da questa seconda branca della Cavalleria derivano gli Ordini di Stato che, nel Regno Sardo, ma anche nel successivo Regno d’Italia, erano l’Ordine Supremo della Santissima Annunziata (gli insigniti diventavano cugini del re), l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, l’Ordine Militare e Civile di Savoia. La Costituzione Repubblicana Italiana, a differenza dello Statuto Albertino che attribuiva al re il potere di istituire nuovi ordini, conferisce tale possibilità solo al Parlamento, che con legge del 3 marzo 1951, ha istituito l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Ultimo esempio di istituzione di un ordine cavalleresco da parte della Repubblica Italiana è quello del 1968, con l’Ordine dei Cavalieri di Vittorio Veneto.
L’Ordine al Merito della Repubblica Italiana ha come unico fine istituzionale il riconoscimento di benemerenze, acquisite verso l’Italia da cittadini italiani o stranieri (superfluo precisare di entrambi i sessi), nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’economia e nel disimpegno delle pubbliche cariche nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari. Ne è Capo il Presidente della Repubblica ed è retto da un Consiglio composto dal Cancelliere e da 16 membri. È ordinato nei gradi di Cavaliere di Gran Croce, Grande Ufficiale, Commendatore, Ufficiale e Cavaliere. Tra i Cavalieri di Gran Croce possono essere nominati i Gran Cordone (equiparati a Cavaliere dell’Annunziata) per altissime benemerenze.
Luigi Calabrese
Prima di complimentarmi e porgere i miei più affettuosi auguri al Cavaliere Gino Calabrese, insignito anche della Stella al Merito del Lavoro, che il prossimo 9 aprile riceverà solennemente dal Prefetto di Campobasso il meritato Brevetto e le insegne di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, due curiosità sull’Ordine stesso: esso non può conferirsi a... minori di 35 anni, né può essere conferito a parlamentari in carica.
Un augurio anche al neo Commendatore Nicola DE MARCO, al neo Cavaliere Antonio D’AMBROSIO, a tutti gli altri insigniti ed una raccomandazione al mio amico Gino: ricordati che sei stato sottufficiale dell’Esercito Italiano, ed anche da Ufficiale dell’OMRI, cerca di rimanere sempre... cavaliere!

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