La parola d’ordine è “fare sistema”
Presentati a
Roma i progetti in partenza e quelli futuri
ROMA – Si sono incontrate al
secondo piano del Formez PA, nella prestigiosa sala del consiglio di
amministrazione, le tante storie dei molisani a Roma che vivono le radici come
un impegno per la propria terra. Un arcipelago di proposte e di competenze di
cui vuol far tesoro il Formez PA, l’organismo che svolge attività di assistenza
tecnica a favore delle amministrazioni pubbliche e da anni ha avviato una
proficua collaborazione con la Regione Molise.
C’è crescente consapevolezza che
Roma può rappresentare un bacino formidabile per il limitrofo Molise: vetrina di
conoscenza, volano mediatico, serbatoio di visitatori. Specie in un periodo di
sofferenza economica. E l’impegno del Formez PA, coronato dal coinvolgimento
diretto della folta comunità molisana residente nella Capitale, può non solo
agevolare tali azioni, ma anche garantire spinte alla coesione sociale del
territorio e alla necessità inderogabile di “fare sistema”.
Tante le storie molisane che
dalla Capitale, in forma organica, costituiscono un proficuo “racconto” di buone
pratiche, alimentato anche da corde emozionali. C’è il cammino venticinquennale
dell’associazione “Forche Caudine”, una rete di 1.400 associati e con oltre
duecento eventi romano-molisani nel curriculum. O la manifestazione “Cammina,
Molise!”, ideata da un gruppo di duroniesi residenti nella Capitale, giunta alla
19a edizione (ad agosto raccoglierà 250 partecipanti provenienti da tutta
Italia). O “Molise Cinema”, evento diventato mondanità e immagine nelle
presentazioni romane. E poi i tanti progetti culturali che partendo dalla
Capitale investono soprattutto l’entroterra molisano, ad esempio la recente
mostra su Jacovitti a Salcito, o le gare sportive, come la prossima “Gran fondo
del Matese” che nasce a Roma da Nicolangelo Zoppo, originario di Sant’Elena
Sannita, o gli amministratori “romani” che siedono nei consigli comunali dei
propri borghi d’origine.
Realtà che si sono ritrovate
intorno al “Pensatoio collettivo sul Molise”, promosso nei giorni scorsi dal
Formez PA con il supporto dell’associazione “Forche Caudine”. L’iniziativa è
riuscita non solo a raccogliere, in modo sistematico, buona parte di quanto la
comunità molisana di Roma fa concretamente per la propria terra, con l’obiettivo
di armonizzare tali energie con i progetti in itinere per il prossimo biennio,
ma ha anche rappresentato il primo atto di un percorso nuovo, partecipato, che
punta su nuovi canali comunicativi, non rinunciando a cogliere idee e
opportunità tra i tantissimi molisani che vivono nella Capitale.
Proprio su questo si è
soffermato, in apertura dei lavori, il dottor Domenico Guidi, responsabile dei
progetti del Formez PA in Molise, il quale ha ricordato come la Giunta regionale
molisana ha approvato, lo scorso mese, una delibera che punta all’incremento del
turismo scolastico e sociale, per cui i bacini d’utenza come le scuole e i Cral
della Capitale non devono essere sottovalutati per incrementare i flussi
turistici.
Guidi ha inoltre spiegato che
“questo primo incontro, prettamente tecnico, sarà propedeutico
all’organizzazione di un grande evento che si svolgerà in autunno a Roma,
finalizzato alla promozione del Molise anche attraverso il coinvolgimento della
sfera mediatica e politica”. In proposito non mancheranno azioni innovative,
come il coinvolgimento delle filiere creative della Capitale sulla “rilettura”
delle eccellenze del territorio molisano.
Secondo il funzionario del Formez
PA, “il Molise è un territorio che offre molte opportunità dal punto di vista
turistico e culturale e dell’enogastronomia e tali risorse dovranno essere
utilizzate per creare un importante indotto economico e occupazionale”. Non a
caso i progetti che il Formez sta attuando, oltre alla valorizzazione del
patrimonio artistico, mirano alla creazione di lavoro e all’incremento
dell'occupazione dei giovani molisani.
“In questo periodo di recessione
economica, in cui le più celebri località turistiche italiane mostrano segni
evidenti di sofferenza – ha evidenziato Guidi - il turismo molisano si vende
bene per i suoi costi contenuti”. Da qui la necessità di puntare soprattutto
alle unicità, ai beni storici, all’ambiente, all’enogastronomia. “Tra i numerosi progetti attivati in regione
dal Formez – ha concluso il funzionario - ce n’è uno sulla valorizzazione dei
siti archeologici che si propone, appunto, di incrementare i flussi turistici
sul territorio e di creare occupazione. Si sta inoltre lavorando alla proposta
di un PON sulla valorizzazione dei beni culturali dell’intero Mezzogiorno per
creare una strategia di spesa dei fondi comunitari più efficace, soprattutto in
vista dell’Expo 2013, occasione da non perdere per far conoscere le bellezze
italiane meno note”.
Il dottor Giampiero Castellotti, presidente
di “Forche Caudine”, ha sottolineato l’importanza di attività altamente
partecipate per orientare con efficacia le politiche di valorizzazione dei
territori, superando errori di focalizzazione e mancanza di disegni organici che
hanno inficiato esperienze passate. Ha quindi illustrato i risultati della
consultazione on-line promossa da Forche Caudine su un campione di 400 persone,
al fine di individuare luoghi e prodotti molisani più rappresentativi per
l’utenza.
L’IMPORTANZA DELLA COESIONE - Sul
superamento del campanilismo e sulla creazione di una mentalità cooperativa, ad
esempio sul modello dell’albergo diffuso, s’è soffermato il filosofo Antonio Rainone, originario di
Larino, autore di numerosi libri tra cui, l’ultimo, su “Lacan e il soggetto
della modernità”. Secondo Rainone proprio i molisani a Roma, fuori da dinamiche
disaggregative, dovrebbero favorire spinte alla coesione e all’adozione di
modelli sostenibili che includano eccellenze, artisti e operatori culturali in
filiere di lunga durata.
Sulla stessa linea l’architetto
Giovanni Germano,
coordinatore di “Cammina, Molise!”, il quale ritiene che se nei molisani è ben
presente il senso dell’ospitalità, viceversa manca la consapevolezza e la
sensibilità verso le ricchezze paesaggistiche e artistiche del proprio
territorio. “Tra le varie iniziative a cui si sta pensando – ha evidenziato il
padre dell’attore Elio Germano - c’è la creazione di una rete in grado di
accogliere i visitatori, creando nuclei per zone omogenee, facendo partecipi i
giovani del territorio. È necessario coinvolgere anche le istituzioni e creare
un sistema che funzioni costantemente durante l’anno, non solo
occasionalmente”.
La dottoressa Simonetta D’Onofrio, originaria di
Pietrabbondante, s’è soffermata sulla coesione territoriale, ricordando i
risultati non esaltanti di alcune esperienze consorziali in regione, ad esempio
l’Assomab, indicando un problema culturale di mentalità e proponendo, come
soluzione, maggiore attenzione al tema dell’accoglienza.
Sul recupero del “senso di
comunità” si sono soffermati Mauro
Ruberto, imprenditore romano e assessore al Comune di Sant’Elena
Sannita, e Deborah
Ruberto, anche lei romana e presidentessa della Pro Loco. Illustrando
il progetto di “animazione” del paese nei mesi estivi, i due giovanissimi
amministratori hanno evidenziato come le migliori pratiche facciano leva su
attività di volontariato collettivo mosse dall’amore per il paese: grazie a tale
impegno, anno dopo anno, si registra il ritorno di un maggior numero di
emigrati. Tendenza vitale per i tanti borghi, come Sant’Elena, che hanno
rapporti tra persone d’origine e residenti anche di dieci a uno. La crisi
economica e la ridotta capacità di spesa delle famiglie favoriscono il fenomeno.
“Garantendo animazione ogni sera – racconta Ruberto – abbiamo sempre più persone
che preferiscono tornare al paese anziché spendere soldi in un villaggio
turistico”.
L’ingegner Lucio Sepede, noto imprenditore
informatico originario di Busso, pur concordando con la necessità di
salvaguardare e alimentare il bacino del turismo garantito dall’emigrazione, a
Roma ma anche all’estero, ritiene che “il problema dell’età media sempre più
alta della popolazione molisana e del veloce impoverimento del territorio
vada affrontato a livello organico,
pensando ad un sistema che crei innanzitutto sviluppo e occupazione, permettendo
ai giovani di restare in regione”.
PUNTARE ALLA CULTURA – Antonietta Ciarniello, manager di
una società internazionale che organizza grandi eventi, ha ricordato il ruolo
centrale della definizione di obiettivi chiari da raggiungere e
l’identificazione dei destinatari, punto frequentemente omesso nelle esperienze
del passato. Una chiave suggerita è il potenziamento delle attività di
promozione del territorio attraverso la cultura, in particolare la letteratura e
il cinema. Accordo pieno da parte della professoressa Nicoletta Pietravalle, la quale ha
ricordato come il Molise abbia dato i natali a illustri personaggi storici e
letterari le cui case d’origine, però, sono per lo più trascurate e decadenti.
La proposta della studiosa originaria di Salcito, presidentessa della sezione
molisana dell'Associazione dimore storiche, è l’elaborazione di un itinerario
turistico che tocchi le case dei molisani illustri.
Il binomio cultura e sviluppo
sociale è stato richiamato in molti interventi. L’architetto Barbara Di Tanna ha raccontato di
aver partecipato di recente ad un importante workshop sui beni culturali dove è
emerso che l’intervento dei privati è una “conditio sine qua non” per ottenere
risultati strutturati, al di là di quel
turismo “mordi e fuggi” che non porta grandi introiti economici.
L’architetto Antonello
Ciancio, molisano d’adozione (la moglie è di Campobasso), consigliere
del VII Municipio a Roma, ha richiamato il problema politico, cioè la necessità
di sensibilizzare la classe dirigente al ruolo della cultura e del turismo,
entrambi fonti di occupazione.
Il dottor Valentino Valerio suggerisce di
puntare sull’enogastronomia, magari su prodotti tipici che rappresentano
comunque pezzi di cultura.
OLTRE IL MOLISE – Ma il Molise da
solo può farcela? Se l’è chiesto il dottor Silvio Rossi, che ha evidenziato
come in Italia non esista località che non abbia eccellenze, per cui molti
bacini sono già saturi. Occorre allora creare iniziative comuni con realtà
vicine per poter intercettare con meno sforzi le opportunità, come quelle
derivanti dall’Expo 2013, “ammesso che si riuscirà a far girare in tutta Italia
le persone che arriveranno a Milano, in quanto manca un sistema turistico
Italia”.
Il designer Enrico Parisio, presidente di Aiap
Lazio (l’associazione che riunisce un migliaio di studi di comunicazione
visiva), ha spiegato come la situazione del Molise sia comune a tante aree
interne italiane: per calamitare nuove attenzioni una strada è l’innesto della
tradizione con il contemporaneo, cioè la promozione di progetti in grado di
contaminare il patrimonio artistico con la cultura digitale. Anche l’ingegner
Sergio Di Stefano ritiene
che l’innovazione sia un terreno obbligato, ricordando come ad Isernia convivano
importanti esperienze di smart city, con visitatori provenienti anche da Paesi
lontani.
Dopo ulteriori interventi e quasi
tre ore di confronto, il dottor Guidi ha tirato le somme, ringraziando gli
intervenuti per le idee e le proposte che serviranno a migliorare ed arricchire
i progetti già esistenti. Ha infine invitato tutti a partecipare ai prossimi
incontri, che salderanno ulteriormente la collaborazione tra il Formez PA e
l’associazione Forche Caudine.
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