martedì 23 luglio 2013

Caso Sevel,interrogazione al Ministro al Lavoro

Campobasso 23 luglio 2013


Dopo la visita dell’amministratore delegato della FIAT alla Sevel di Val di Sangro, la parlamentare molisana, Laura Venittelli insieme al collega Antonio Castricone, hanno presentato un’interrogazione al Ministro al Lavoro Giovannini

Nel recente incontro che si tenuto presso la Sevel (Società europea veicoli leggeri) di Val di Sangro, in provincia di Chieti, l’amministrazione delegato della Fiat, Sergio Marchionne,ha annunciato il rilancio dello stabilimento con un investimento di settecento milioni di euro in cinque anni frutto di una joint-venture paritetica tra Fiat Group Automobiles e Psa Peugeot-Citroën). La fabbrica è stata inaugurata il 28 novembre 1981 e attualmente produce i veicoli commerciali Fiat Ducato, Peugeot Boxer e Citroën Jumper, impiegando oltre 6.000 addetti e con una capacità produttiva di circa 300 mila veicoli all'anno, grazie alle somme stanziate - 550 milioni di euro da Fiat-Chrysler e 150 milioni da Psa - si potrà ammodernare completamente l'impianto e predisporlo per una gamma di prodotti più ampia. In particolare, il piano prevede l'acquisto di 60 robot di lastratura, il rinnovo di 25 sistemi di spruzzatura nel reparto verniciatura, un nuovo impianto di assemblaggio e la riorganizzazione logistica;da marzo 2007, con l’avvio della produzione ed il lancio del modello di furgone X2/50, furono stipulati contratti di somministrazione commerciale con diverse agenzie di lavoro interinale per circa 400 addetti, la gran parte dei quali provenienti dal Molise.Le Agenzie, a loro volta, stipularono, con i singoli lavoratori, almeno 4 contratti di somministrazione a termine, praticamente senza soluzione di continuità, in favore dell'utilizzatore soc.Sevel, per i seguenti periodi: da metà marzo 2006 a metà luglio 2006; da metà luglio 2006 alla fine di dicembre 2006; da dicembre 2006 a luglio 2007; da luglio 2007 a gennaio 2008. I  contratti di somministrazione furono tutti giustificati dalla necessità di far fronte alle punte di più intensa attività per  il lancio del  modello X2/50, la cui produzione è aumentata in maniera esponenziale, tanto da raggiungere il livello di 245.000 furgoni prodotti nei primi sei mesi del 2007;nel 2008, nonostante la produzione si fosse stabilizzata intorno ai 23-24.000 furgoni al mese, la Sevel ha proseguito il rapporto di lavoro con gli operai  già “somministrati”, ricorrendo alla diversa tipologia contrattuale dei contratti a termine per il periodo gennaio/luglio 2008, poi prorogati sino  alla fine del mese di gennaio 2009, sempre motivandoli con le necessità legate alle “punte di più intensa attività per il lancio del modello X2/50”, nonostante, nei fatti, la produzione si fosse da tempo assestata sui richiamati livelli. Dal gennaio 2009, i contratti non sono stati più rinnovati;dal 2011 la Sevel è tornata a riassumere, ma - senza che ne sia stata fornita una motivazione plausibile e oggettiva - nessuno dei 400 lavoratori utilizzati dapprima tramite le agenzie di somministrazione e successivamente con i contratti a termine ha avuto la “fortuna” di rientrare in fabbrica, con il rischio che vadano disperse la loro professionalità acquisita nel corso dei tre anni in cui hanno prestato la loro opera presso lo stabilimento abruzzese.Molti di loro, sfiduciati per il trattamento riservato, si sono attivati con il contenzioso, che ha visto una prima  sentenza, pronunciata dal giudice del Tribunale di Lanciano, accogliere le richieste di trasformazione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato, pronunciamento che, nel successivo giudizio d'appello presso la  Corte d'Appello dell'Aquila, è stato riformato,  accogliendo tutte le istanze difensive della Sevel e con il conseguente annullamento delle riammissioni.Molti dei contenziosi giurisprudenziali sono attualmente pendenti in sede di corte d’Appello o in Cassazione, protraendo un clima che, a parere degli interroganti, non facilità il consolidamento degli sforzi per il rilancio dello stabilimento di Val di Sangro.Sembrerebbe opportuno individuare una sede negoziale, anche con il coinvolgimento delle regioni e delle amministrazioni locali interessate, volta a ricomporre la vicenda e creare le condizioni perché le centinaia di lavoratori già impiegati presso la Sevel possano essere interessati dal processo di assunzioni che è già stato avviato, anche in considerazione delle competenze e delle professionalità acquisite dagli stessi. Quali iniziative intendano assumere, anche attraverso la costituzione di un’apposita sede di confronto che veda la partecipazione delle regioni, delle amministrazioni locali interessate, dell’impresa e delle associazioni dei lavoratori in questione, al fine di individuare le possibili soluzioni che pongano termine al contenzioso giurisdizionale e che assicurino le condizioni per la riassunzione dei lavoratori che hanno già operato presso la Sevel negli anni 2006-2009. 

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