Approvata la proposta di legge n.19
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Con il voto di astensione della intera opposizione
(assente solo il consigliere Monaco) e con quello favorevole di tutta la
maggioranza (assente il consigliere Di Nunzio), al termine di una lunga
riunione, conclusasi intorno alla mezzanotte, il Consiglio Regionale del
Molise, tornato a riunirsi nella giornata di ieri, 22 luglio 2013, sotto la
presidenza di Vincenzo Niro, ha approvato la proposta di legge n.19, di
iniziativa dei consiglieri regionali Paolo Di Laura Frattura e Vincenzo Niro,
concernente : “Riduzione dei costi della politica, misure di razionalizzazione,
controlli e trasparenza dell'organizzazione e dei servizi della Regione.
Disposizioni di adeguamento all'art.2 del decreto legge n.174 del 10 ottobre
2012”.
Al testo della proposta di legge, licenziato con
parere favorevole della maggioranza (Totaro, Di Pietro, Lattanzio), dalla prima
commissione, presieduta da Francesco Totaro, lo scorso 16 luglio, con
l'astensione della opposizione (Cavaliere e Micone), sono stati presentati ben
33 emendamenti, di cui 21 della opposizione (17 del movimento 5 stelle) e 10
della stessa maggioranza. Questi ultimi sono stati tutti accolti, mentre uno
solo degli emendamenti proposti dalla minoranza è stato accolto, per la
precisione il numero 17 presentato dal movimento 5 stelle e riguardante il
vitalizio (“qualora il titolare dell'assegno vitalizio o l'avente diritto siano
condannati in via definitiva per uno dei delitti contro la pubblica
amministrazione previsti al secondo libro, titolo II del codice penale e la
condanna importi l'interdizione dai pubblici uffici, l'erogazione del vitalizio
è esclusa ai sensi degli artt.28 e 29 del codice penale per una durata pari a
quella della interdizione stessa”).
E' stato il consigliere Totaro a relazionare
sull'importante provvedimento, che, in pratica, ha impegnato il Consiglio sin
dal primo pomeriggio, subito dopo l'incontro della conferenza dei capigruppo,
convocata per le ore 15,00 dal presidente, Vincenzo Niro, prima di interrompere
i lavori per la pausa pranzo.
“Con la presente proposta di legge la Regione
Molise – ha detto Totaro – intende dare attuazione alle disposizioni contenute
nel decreto legge 10 ottobre 2012, n.174, convertito con modificazioni dalla
legge 7 dicembre 2012, n.213, normativa volta al rafforzamento del
coordinamento della finanza pubblica. La norma nazionale contiene i principi
finalizzati ad incidere profondamente in alcuni ambiti fondamentali della
gestione economico-amministrativa della Regione: -il trattamento economico dei
consiglieri; la contribuzione alle spese di funzionamento dei gruppi
consiliari; la razionalizzazione dell'apparato organizzativo della
amministrazione regionale. In particolare l'art.2 ha introdotto adempimenti
aventi l'intento principe di ridurre i costi della politica con espresso
richiamo alle Regioni di dare attuazione a dette misure in conformità alle
modalità previste nei propri ordinamenti. La non attuazione da parte degli
ordinamenti regionali dei richiamati adempimenti relativi alla riduzione dei
costi della politica comporta gravi conseguenze economiche e
politico-istituzionale – ha aggiunto Totaro – costituendo, altresì, grave
violazione di legge ai sensi dell’art.126, comma 1 della Costituzione. Il
progetto di legge si presenta in una struttura di tre capi, di cui i primi due
relativi all’aspetto economico, precisamente aventi ad oggetto al capo primo la
modifica della disciplina regionale vigente in relazione al trattamento
economico dei consiglieri regionali, del Presidente del Consiglio Regionale,
del Presidente e dei componenti della Giunta regionale, ed al capo secondo la
disciplina per il finanziamento dei gruppi consiliari e sistema informativo dei
dati di finanziamento delle attività dei gruppi politici, ed infine al capo
terzo le norme di adeguamento ai principi di coordinamento della finanza
pubblica e di contenimento della spesa pubblica. Nel processo di
implementazione di questo processo riformatore (da completare con le modifiche
statutarie), si inserisce il presente testo di legge che, dando seguito alle
prescrizioni imposte dal legislatore nazionale, nonché in considerazione della
attuale crisi economica in cui versa l’intero tessuto sociale del Paese,
introduce una nuova disciplina degli emolumenti percepiti dal Presidente della
Regione, dal Presidente del Consiglio, dagli Assessori e dai Consiglieri
Regionali. Sulla base delle disposizioni previste dal decreto legge 174/2012,
convertito con modificazioni dalla legge 213/2012, il trattamento economico si
compone di tre voci: -indennità di carica; indennità di funzione e rimborso
spese di esercizio del mandato. L’approvazione della presente legge – ha detto,
tra l’altro, concludendo, il consigliere Totaro, costituisce innegabile
importanza di carattere politico – istituzionale, il tutto in conformità a
quanto espressamente richiesto dalla opinione pubblica, oltre che dal
legislatore nazionale. D’altronde – ha chiuso Totaro – abbiamo già tagliato
circa 860 mila euro ai gruppi consiliari e 900 mila per i consiglieri”.
Per quel che concerne il trattamento economico dei
consiglieri, la proposta di legge, composta di 19 articoli, prevede, in
sintesi, che “non può eccedere complessivamente l’importo mensile riconosciuto
dalla regione più virtuosa, individuata ai sensi del decreto legge 174. Detto
importo mensile è individuato nella seguente misura: 13.800 euro lordi per il
Presidente della Giunta e del Consiglio e 11.100 euro lordi per i consiglieri
regionali. Tale trattamento ha carattere di omnicomprensività, non spettano
ulteriori diarie, indennità di presenza e di trasporto e rimborsi spese
comunque denominati per la partecipazione alle sedute del Consiglio regionale,
della Giunta Regionale, dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio, delle
commissioni consiliari permanente, speciali e d’inchiesta, della Conferenza dei
Presidenti dei gruppi consiliari, nonché di altri organismi statutari o previsti
da leggi regionali”.
All’art.3 invece “Determinazioni del trattamento
economico” si legge che “entro i limiti massimi di cui al comma 3 dell’articolo
2 di cui innanzi, l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, con apposita
delibera, commisura il trattamento economico dei consiglieri regionali alla
effettiva partecipazione ai lavori del Consiglio regionale, come previsto dalla
legge13 agosto 2011 n.138 e, in particolare, tra l’altro: a)-determina e
differenzia l’ammontare delle indennità di funzione in relazione allo
svolgimento di particolari funzioni, quali quelle di Presidente della Giunta,
del Consiglio, vicepresidente del Consiglio e componente della Giunta,
Segretario del Consiglio, Presidente di commissione consiliare etc; b)-determina le modalità di erogazione del
rimborso spese di esercizio del mandato, stabilendone l’importo fino ad un
massimo di 5.500,00 euro e prevedendone la decurtazione in relazione alla
mancata partecipazione del consiglieri e
degli assessori alle sedute di Consiglio, di Giunta etc.”.
Sulla proposta di legge hanno preso la parola i
consiglieri del movimento 5 stelle, Manzo “volevamo tagli più significativi”,
di Rialzati Molise, Cotugno “ben venga la legge che faccia del Molise una
regione virtuosa. E’ doveroso per noi approvarla”, del gruppo misto, Di Pietro “noi abbiamo
fatto meglio delle altre Regioni, abbiamo tagliato circa 900 mila euro per le
indennità e 800 mila euro per i gruppi” e il presidente Frattura “tagliando gli
sprechi – ha detto tra l’altro -, le spese inutili, eliminando gli sperperi,
già in questa prima fase di governo, conti alla mano, abbiamo portato economie
al bilancio regionale per diversi milioni di euro. Ora, se a questi risparmi
sommiamo i circa 860 mila euro di economie per quanto riguarda i gruppi e i 900
mila euro per quanto riguarda il costo dei consiglieri regionali, è evidente
che anche sotto questo aspetto stiamo facendo il nostro dovere. Lavoriamo per
dare risposte ai nostri cittadini che ci hanno affidato questo straordinario
mandato, confrontiamoci senza indugiare nel populismo e nella retorica perché
mai, soprattutto in un momento come quello che viviamo, retorica e populismo
potranno aiutarci a superare questa fase drammatica anche per la nostra
regione”.
Si è passati quindi alle dichiarazioni di voto dei
consiglieri Federico, Cavaliere,
Romagnuolo, Fusco Perrella (tutti di astensione) e Totaro (a favore). Ha
concluso il vice presidente della Giunta Petraroia che ha ringraziato l’aula
per il contributo fornito al provvedimento ed ha tenuto ad evidenziare
particolarmente un dato che – ha detto – non emerge all’esterno: “basta
prendere in esame il trimestre gennaio-marzo del 2012 e confrontarlo con quello
del 2013 per verificare ciò che è accaduto in fatto di riduzione di spese”. Petraroia
ha poi elencato alcuni provvedimenti adottati in direzione di tagli, come la
riduzione dei dirigenti regionali, la nomina di alcuni dirigenti nei vari enti
che non comportano spese, blocco di contratti a tempo determinato in Regione
etc:.
Su un emendamento proposto dal movimento 5 stelle,
tendente ad abrogare alcune leggi regionali (n.16 del 28 maggio 1997, n.9 del 9
giugno 2006, l’articolo 18 delle lagge 7 febbraio 2005) e, in maniera
particolare, l’articolo 7 (Fondo per le attività istituzionali) della legge
regionale 3 giugno 2002 (legge finanziaria regionale 2002) ci sono state
divergenze di vedute tra opposizione e maggioranza, con quest’ultima che ha
espresso perplessità sulla discussione dell’aspetto.
Anche il consigliere di minoranza, Sabusco, ha
espresso le sue riserve “l’articolo 7 va stralciato perché non è all’ordine del
giorno”.
Dopo una lunga pausa, sull’argomento, il presidente
Frattura ha presentato un ordine del giorno che è stato votato dalla
maggioranza con il quale “il Consiglio Regionale impegna l’ufficio di
presidenza e il Presidente della Giunta ad attivare istruttoria tesa ad
accertare la compatibilità delle previsioni di cui all’art.7 della legge
regionale 7/2002 in relazione alle modifiche di legge intervenute con il decreto
legge 174/2012, convertito in legge 213/2012”.
L’emendamento, messo ai voti ugualmente, è stato
respinto dalla maggioranza.
E’ stata la proposta di legge n.19, ovviamente, il
punto centrale della seduta ma, in mattinata, il Consiglio, dopo le rituali comunicazioni
del Presidente Niro, si è occupato anche della proposta di legge n.6 di
iniziativa della Giunta Regionale, concernente: “Copertura dell’anticipazione
di liquidità, ai sensi dell’articolo 2 e dell’articolo 3 del decreto legge
35/2013, recante ^disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti
della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti
territoriali, nonché in materia di versamento dei tributi degli enti locali^,
con titolo modificato in ^^Copertura della anticipazione di liquidità ai sensi
degli articoli 2 e 3 del decreto legge 8 aprile 2013,n.35, convertito, con
modificazioni, dalla legge 6 giugno 2013, n.64. Variazioni al bilancio
regionale per l’esercizio 2013 e al bilancio pluriennale 2013-2015”.
Sul punto ha relazionato il consigliere Lattanzio
che ha spiegato, tra l’altro, come il
“provvedimento, volto a sbloccare i pagamenti dei debiti scaduti delle
pubbliche amministrazioni, è stato visto dal Governo stesso come un adeguato
strumento attraverso il quale immettere liquidità nel sistema economico ed
agevolare una rapida ripresa della crescita del prodotto interno lordo. In tale
contesto si inserisce il testo di legge regionale proposto, strutturato in 7
articoli ed in 3 allegati”.
Il consigliere Lattanzio ha quindi, illustrato gli
interventi contenuti nella proposta di legge per far fronte alla risorsa
attribuita al Molise con decreto della Ragioneria Generale dello Stato e
richiesta dalla stessa Regione come anticipazione di liquidità in base al
decreto legge 35, ammontante a 27.460.187 euro da erogare in due tranche (la
prima di 11.096.439 e la seconda di 16.363.749). La Regione – ha detto la
Lattanzio – “dovrà provvedere all’estinzione dei debiti entro 30 giorni dalla
erogazione della liquidità per tutti i debiti certi, liquidi ed esigibili. La
copertura del prestito sarà garantita attraverso l’innalzamento
dell’imposizione fiscale – tenuto conto delle fasce di reddito – per la prima
erogazione- ed attraverso le maggiorazioni della tassa automobilistica regionale
con riferimento alla seconda erogazione”.
L’addizionale regionale all’IRPEF sarà determinata
per scaglioni di reddito, il primo per redditi fino a euro 15.000 e l’ultimo
per redditi oltre euro 75.000, con applicazione, al netto degli oneri deducibili,
di maggiorazioni della aliquota di base dell’addizionale comprese tra lo 0,50
per cento fissato per il primo scaglione e l’1,10 per cento stabilito per
l’ultimo.
L’art.3, rubricato “Incremento della tariffa della
tassa automobilistica regionale” – ha proseguito la Lattanzio – prevede una
ulteriore misura per la copertura degli oneri finanziari derivanti dalle
richieste di anticipazione di liquidità. Infatti, secondo le facoltà concesse
alle Regioni dall’art.24 del decreto legislativo n.504 del 1992, intervenuto in
materia di riordino della finanza degli enti territoriali, il comma 1
stabilisce, con decorrenza 1° gennaio 2014, l’aumento della tassa
automobilistica regionale, in una percentuale compresa tra il 7 e il 10 per
cento rispetto all’importo attualmente fissato per ogni KW di potenza ed in
base alla classe di inquinamento a cui l’autoveicolo o il motoveicolo
appartiene”.
Sull’argomento hanno preso la parola i consiglieri
Cavaliere, Federico, Di Pietro, Ciocca e il residente della Giunta, Frattura.
Quest’ultimo ha fatto risalire alle precedenti gestioni l’attuale situazione
debitoria. “Oggi – ha detto Frattura – chiedendo ancora un sacrificio ai
cittadini molisani, salviamo dal fallimento le tante imprese che da troppo
tempo attendono pagamenti dalla pubblica amministrazione. A causa delle
disattenzioni passate ci vediamo costretti ad aumentare le aliquote regionali
Irpef, Irap e tassa automobilistica perché unica soluzione che la legge ci
offre per accedere ad un mutuo trentennale con il quale dare ristoro e ossigeno
al mondo produttivo. Le economie che stiamo definendo, grazie al taglio dello
spreco che perseguiremo per ogni settore, saranno tutte impegnate per ridurre
l’indebitamento con l’obiettivo primario di alleggerire le aliquote regionali
per mettere in campo, subito dopo, misure destinate alla crescita. L’iniziativa
che ora assumiamo – ha aggiunto Frattura – purtroppo, saremo costretti ad
applicarla anche per i debiti, oltre 250 milioni di euro, che la Regione ha con
la Sanità. Solo nel 2012 abbiamo registrato un disavanzo di 53 milioni di euro.
Con il 2014 speriamo di riuscire a definire la situazione economica e contabile
della Regione”. Al ripiano dei debiti della Regione, compresi i residui passivi
nei confronti degli enti locali, dunque la Regione per l’accesso al riparto
della anticipazione di liquidità prevista dalla legge n.35 del 2013, dovrà far
fronte con la maggiorazione delle aliquote dell’addizionale regionale all’IRPEF
e IRAP e, come detto, all’incremento della tariffa della tassa automobilistica
regionale.
Al provvedimento sono stati collegati un ordine del
giorno proposto dalla opposizione e sottoscritto anche dal presidente Frattura,
votato alla UNANIMITA’, con il quale si invita “il governo regionale a
prevedere una delibera di giunta nella quale si prevedono risorse finanziarie
da utilizzare per l’abbattimento del 50 per cento delle imposte che gravitano
esclusivamente sui cittadini, dopo averne verificate le condizioni” e un
emendamento tecnico proposto dalla stessa maggioranza e votato anch’esso alla
UNANIMITA’.
La proposta di legge numero 6 è stata quindi messa
a votazione ed è passata a MAGGIORANZA, con i soli voti contrari do Federico e
Manzo del movimento 5 stelle.
Subito dopo il Consiglio ha votato alla UNANIMITA’
anche una proposta di legge di iniziativa della Giunta Regionale concernente
“Disposizioni in materia di tirocini”. La materia rientra nell’ambito della
competenza esclusiva della Regione in quanto attiene alla formazione
professionale.
La proposta di legge, nel recepire le indicazioni
contenute nelle linee guida nazionali in materia di tirocini, al fine di:
-procedere alla revisione della disciplina dei
tirocini formativi, anche in relazione alla valorizzazione di altre forme
contrattuali a contenuto formativo;
-prevedere azioni e interventi volti a prevenire e
contrastare un uso distorto dell’istituto, anche attraverso la puntuale
individuazione delle modalità con cui il tirocinante presta la propria
attività;
-individuare gli elementi qualificanti del
tirocinio e degli effetti conseguenti alla loro assenza;
-riconoscere una congrua indennità, anche in forma
forfetaria, in relazione alla prestazione svolta.
La relazione sul punto è stata tenuta dalla Fusco
Perrella.
Il vicepresidente della Giunta, Petraroia, ha affermato
che con la proposta di legge votata “si agevola la vicinanza tra il mondo
dell’impresa e le persone che si accostano al lavoro”.
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