Cimino e Santimone si incontrano col prefetto Di Menna.
Intanto si incatenano.
Riportiamo la nota dei colleghi.
Qualche
mese fa lanciammo l’idea di una protesta simbolica al fine di sensibilizzare
l’opinione pubblica circa i problemi che vive la nostra categoria, considerata
erroneamente una casta. Seppur se molti giornalisti si erano detti entusiasti,
abbiamo deciso di rinviare in attesa di alcune risposte, per non tediare
nessuno nel periodo natalizio e per evitare di fissare una manifestazione con
una bufera di neve in atto.
Ad
anno nuovo la situazione del giornalismo molisano è notevolmente peggiorata ma
per fortuna il Consiglio nazionale dell’Ordine è riuscito sia a rendere
obbligatoria una carta a tutela dei colleghi che fissa un parametro minimo di
corresponsione, sia a far approvare dal Parlamento un legge sull’equo compenso
pubblicata da qualche giorno in Gazzetta Ufficiale. Come Ordine nazionale credo
che si possa guardare al nostro triennio in assoluta buona fede: più di tanto
non si poteva fare.
Ma
che dire del Molise? Che dire della nostra realtà? Che dire della attuazione
delle succitate disposizioni?
Per
questo motivo abbiamo deciso di chiedere un incontro urgente al neo prefetto di
Campobasso con: Ordine dei Giornalisti, sindacato, distributore giornali,
editori e direttori di testate, e di protestate pacificamente tentando di
sensibilizzare la gente per quelli che sono i nostri problemi. Purtroppo a
breve ci sarà l’ennesima campagna elettorale politica e regionale, saremo di
nuovo oggetto di un durissimo lavoro, come al solito sottopagato e per di più
condito da chissà quali promesse.
Noi
abbiamo tentato di tracciare questa analisi: qualora ci siano errori siamo
pronti a correggerci, ma vediamo se siamo d’accordo.
Alcuni quotidiani non hanno
contrattualizzati, altri hanno arretrati di almeno 4 mensilità, altri ancora
mantengono pubblicisti a disegnare, titolare… insomma il classico lavoro del
caposervizio o per lo meno del redattore, malpagato e sottopagato. Orari
assurdi e 4, 5 euro lordi a pezzo (foto compresa) Quando parliamo di arretrati,
ci riferiamo a collaborazioni se non a lavoro nero.
Passiamo alle radio: alcune non fanno più
programmazione giornalistica ma si limitano a trasmettere i tg delle tv di
appartenenza della collana editoriale, altre hanno direttori pro forma, altre
ancora non risulta abbiano contratti giornalistici degni di essere definiti
tale.
Passiamo alle tv: alcune hanno
collaborazioni nascoste da assunzioni vere e proprie, altre hanno chiuso le
redazioni ad Isernia e Termoli, altre ancora hanno visto un piano aziendale
ridurre gli stipendi, pena: la chiusura; altre ancora vedono 5,6,7 mensilità di
arretrato. Ciliegina sulla torta, la cara tv di Stato. Dalla tv dal canone
obbligatorio non è dato sapere come mai nessun giornalista professionista del
Molise trovi un briciolo di sostituzione, come non è dato comprendere come mai
nel Molise trovi ospitalità da anni sempre maestranza di fuori regione, senza una
contropartita. Proprio di recente ben 5 volti nuovi “girano tra noi” mentre il
bacino dei precari del Molise non trova nessun assorbimento.
Andiamo
avanti.
Un
quotidiano dopo qualche mese è fallito, un altro ha mandato tutti a casa in
attesa che si sblocchi un appalto, una tv importante ha chiuso, i controlli
dell’Inpgi si sono dimostrati un pianto, le vendite calano come la pubblicità,
gli uffici stampa negli enti sono al palo e….notizia ultima, il distributore ha
intenzione di continuare a tagliare i punti vendita. Tra poco non avremo
nemmeno più i giornali nei paesi perché non c’è profitto. Di conseguenza si
leggerà ancora di meno ed i collaboratori dai piccoli centri non avranno più
motivo di esserci.
Passiamo ai telematici: tranne rare eccezioni, non
ci risultano contratti giornalistici degni di essere definiti tale e nel Molise
siamo arrivati a 600 iscritti all’Ordine.
Signori
miei…vogliamo andare avanti così?
Vogliamo
continuare a scrivere dei problemi altrui quando siamo noi i primi che non
siamo ascoltati da nessuno?
Vogliamo
continuare a leggere di prevenuti, di tv che si attaccano tra loro, di legge
sull’editoria, di concorsi che non si faranno mai e di prospettive inesistenti?
Vogliamo
continuare a leggere colleghi che fanno le pulci alle delibere altrui dimenticandosi
le proprie o i loro scheletri?
Ebbene, cerchiamo di essere compatti e di evitare di farci la guerra tra noi, non serve a nessuno, ci nuoce soltanto.
Ebbene, cerchiamo di essere compatti e di evitare di farci la guerra tra noi, non serve a nessuno, ci nuoce soltanto.
Cerchiamo
di essere uniti con un unico obiettivo: certezza di un mercato, solidarietà tra
giornalisti e rispetto delle regole.
Noi
consiglieri nazionali abbiamo attirato l'attenzione manifestando davanti la
Prefettura di Campobasso.Subito dopo siamo stati ricevuti da S.E. Il Prefetto Francescopaolo Di Menna.
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