Il Presidente
Mauro Natale, a pochi giorni dall’inizio del suo incarico, torna a parlare
rivolgendosi questa volta ai colleghi della Confindustria Molise.
“Le imprese dovranno tornare al centro dell’agenda politica del governo
regionale, perché il Molise possa recuperare in termini di sviluppo e di
occupazione. Su questo - sappiate - si svolgerà tutto il mio mandato.
“Noi industriali
siamo pronti nuovamente a giocare una partita importante per il rilancio del
Molise, ma a patto che molte cose cambino: in primis il terreno di gioco, che
dovrà essere fertile e ricco di humus per far rinascere in tanti di noi la
voglia di continuare a fare impresa.
La morsa del
credito bancario e la tassazione troppo elevata, unite alla carenza di
opportunità lavorative per tanti di noi, in ogni settore (dall’edilizia al
turismo, dall’agroalimentare ai servizi), hanno tolto ossigeno a realtà
molisane importanti, aziende familiari che, dopo anni di sacrifici, si sono
ritrovare a scontare insieme ai vecchi problemi irrisolti la crisi economica di
questi anni.
Siamo arrivati
al punto di non ritorno e non c’è più tempo da perdere!
Per questo,
sento il dovere di richiamare in tutti voi il senso dell’appartenenza
associativa: far parte del sistema Confindustria oggi più che mai è
fondamentale, perché solo in un’organizzazione così importante possiamo portare
avanti le nostre istanze e farle valere nel migliore dei modi.
Mi auguro che
vogliate sostenermi nel confronto che avremo con chi governerà questa regione:
alla nuova classe dirigente molisana presenteremo un documento che dovrà
servire da guida per tracciare gli assi di sviluppo della regione. Vi invito,
sin da ora, a ragionare insieme a me sui temi da proporre”.
Sintesi del "Progetto Confindustria per l'Italia: crescere si può, si deve" varato ieri dalla Giunta di Confindustria.
Realizzare uno Stato amico di chi si impegna a produrre benessere e
occupazione
Siamo «in un'emergenza economica e sociale», ha detto il presidente di
Confindustria GIorgio Squinzi. Si deve realizzare, ha aggiunto, «uno Stato che
sia amico di chi tutti i giorni si impegna a produrre benessere e occupazione»
perché «se il Paese non sarà capace di fare scelte forti, anche nei prossimi
anni ci sarà una ripartenza che non supererà lo 0,5 per cento».
Le tre priorità
Confindustria, ha spiegato Squinzi, in vista delle elezioni ha individuato «tre
obiettivi fondamentali per ritrovare la crescita. Il primo è di una crescita
superiore al 2% annuo, il secondo è di rimettere il manifatturiero al centro
dell'attenzione del Paese, riportandone l'incidenza sul Pil oltre il 20% (oggi
siamo al 16,7%), e il terzo è un rapporto tra debito pubblico e il Pil
nell'ordine del 100%».
Il pacchetto di proposte di Confindustria innalzerà il
tasso di crescita al 3%
Le proposte di Confindustria «innalzeranno il tasso di crescita al 3%, portando
a un aumento del Pil di 156 miliardi di euro in cinque anni», ha sottolineato
Squinzi. Il numero uno di Confindustria ha poi spiegato che l'occupazione si
espanderebbe di 1,8 milioni di unità e il tasso di disoccupazione scenderebbe,
sempre in cinque anni, all'8,4% dal 12,3% atteso per il 2014.
Come dare ossigeno alle imprese
Occorre dare ossigeno alle imprese pagando immediatamente i 48 miliardi di
debiti commerciali accumulati dallo Stato e dagli enti locali, che
rappresentano un debito pubblico occulto. Poi è necessario cancellare l'Irap in
tutti i settori e tagliare dell'8 il costo del lavoro nel manifatturiero.
Indispensabile poi raddoppiare gli investimenti in infrastrutture, ridurre
l'Irpef sui redditi di lavoro bassi, sostenere gli investimenti in ricerca e
nuove tecnologie, abbassare il costo dell'energia.
Indispensabile un processo di riforme
Accanto alla terapia d'urto occorre attuare un reale processo di riforme.
«Dobbiamo rendere più flessibile il mercato del lavoro. La riforma Fornero non
é stata sufficiente per una vera liberalizzazione», ha detto il presidente di
Confindustria. «Riteniamo che il prossimo governo - ha sottolineato Squinzi -
debba arrivare a una formulazione più in linea con quanto é stato fatto nella maggior
parte dei paesi europei». Necessario anche riformulare il Titolo V della
Costituzione riportando allo Stato competenze su materie di interesse
nazionale, ma anche riorganizzare la Pubblica amministrazione, ridurre le
regole, semplificare a tutto campo rimuovendo gli ostacoli al fare impresa.
Indispensabile anche ridurre i tempi della giustizia, ridurre il peso del fisco
sulle imprese, migliorando anche i rapporti tra contribuenti ed Erario.
Indispensabile aumentare del 10% l'anno la lotta all'evasione («La lotta
all'evasione non si fa facendo la caccia ai Suv a Cortina», ha sottolineato
Squinzi).
L'alternativa è il declino
Se tutto il pacchetto di misure proposte dagli industriali verrà attuato subito
si mobiliteranno 316 miliardi in 5 anni. L'alternativa, spiega il leader degli
industriali , è il declino.
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