(Mi Preoccupa, Mi
Riguarda, Mi Coinvolge)
presenta
Il coraggio
di dire NO
Lea Garofalo. La donna che sfidò la
’ndrangheta
di Paolo DE CHIARA
· Armando D’ALTERIO (Procuratore Capo DDA Campobasso)
· Michele FALCO (Editore)
· Enrico FIERRO (Giornalista de il Fatto Quotidiano)
· Nicola MAGRONE (già Procuratore della Repubblica di
Larino)
· On. Angela NAPOLI (Componente Commissione Parlamentare
Antimafia)
SALUTI: Paolo ALBANO (Proc. della Repubblica di Isernia); Enzo CIMINO (Cons. nazionale Ordine dei
Giornalisti); Michele PETRAROIA (vice presidente Commissione Lavoro
Regione Molise); don Paolo SCARABEO (Prete-Giornalista)
Sarà presente l’Autore
MODERA: Giovanni MANCINONE (giornalista RAI, vice presidente AssoStampaMolise)
ISERNIAvenerdì 18 gennaio 2013 ore 17:30
Aula Magna ITIS ‘E. Mattei’
viale dei Pentri (già s.s.17)
[…]. E la storia di Lea Garofalo, di
questo ci parla. Di una vita violenta vissuta in un clima di perenne e
quotidiana violenza. Un’esistenza dove la tenerezza, l’affetto, la comprensione
non hanno mai trovato spazio. Forse, ma questo lo si avverte leggendo il libro
e soffermandosi a riflettere sulle pagine più dense, alla fine della sua
vicenda umana Lea aveva capito che una vita violenta non è più vita e per
questo aveva chiesto aiuto. Allo Stato, a questa cosa incomprensibile e troppo
lontana per una ragazza di Calabria, allo Stato come unica entità cui
aggrapparsi in quel momento. Perché quando rompi con la famiglia, quando vuoi
venirne fuori, diventi una infame, una cosa lorda, la vergogna per il
padre, i fratelli, il marito. E la vergogna si lava con il sangue.
dalla Prefazione di
Enrico Fierro
C’è il dolore della famiglia che si
slabbra sotto le suole della mafia. C’è il dolore di una madre che paga la
ribellione con la paura, la fuga, l’annullarsi per sopravvivere. Ogni tanto mi
fermo a pensare agli eroismi antimafia degli ultimi anni; a questo Paese
strabico e anaffettivo che non ha ancora imparato la differenza tra un pentito
e un testimone di
giustizia.
Dalla Introduzione di
Giulio Cavalli
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