Partenza del corteo da piazza G. PEPE arrivo in piazza della Vittoria
Svolgimento della cerimonia militare, presso il Monumento ai Caduti
La Prefettura di Campobasso ed il Comando Esercito “Molise”, in collaborazione con la Regione Molise, la Provincia di Campobasso, il Comune di Campobasso, l’Ufficio Scolastico regionale, le Forze Armate, le Forze di Polizia e le Associazioni Combattentistiche e d’Armi, ha programmato una serie di iniziative per la celebrazione del “Giorno dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate”.
Oggi 4 novembre, alla presenza del Sottosegretario
di Stato Dott.ssa Sabrina De Camillis, le Autorità militari e civili,
scolaresche e rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma si
sono recati in corteo presso il Monumento ai Caduti, per la solenne Cerimonia
commemorativa con l’Alzabandiera, la deposizione delle Corone e la lettura dei
messaggi ufficiali e di discorsi commemorativi.
Anche quest’anno c’è stata l’ormai consolidata
attività “Caserme Aperte”, volta ad accogliere la cittadinanza nell’ambiente
militare, nell’ambito della quale è stata allestita una mostra fotografica.
In Piazza V.Emanuele, sono stati inoltre predisposti
degli stands espositivi a cura di tutte le Forze Armate.
4 NOVEMBRE:PER NON DIMENTICARE,di GENNARO CICCAGLIONE
Il 10 giugno 1918, il capitano di corvetta Luigi
Rizzo, detto l’Affondatore, ha attaccato con il suo MAS 15 la corazzata
austriaca Santo Stefano, che viaggiava insieme alla Tegetthoff al largo dell’isola
di Premuda scortate da otto o dieci torpediniere, affondandola. L’altro MAS, il
21, al comando del guardiamarina Giuseppe Aonzo, attacca invece l’altra
corazzata con due siluri: uno va a bersaglio danneggiando la grossa unità. Il
19 giugno 1918, forse un cecchino austriaco ha colpito alla tempia l’asso della
nascente aviazione italiana, il Maggiore di Cavalleria Francesco Baracca ,
decorato con una medaglia d’oro, due d’argento ed una di bronzo al Valor
Militare. Il suo aereo, ormai senza pilota cade sul Montello e prende fuoco. Un
lembo di tela della carlinga (gli aerei allora si costruivano così) sul quale è
dipinto il cavallino rampante del Piemonte Cavalleria, scampato al rogo, sarà
donato dal padre del pilota, il conte Enrico Baracca, ad Enzo Ferrari, pilota
dell’Alfa Romeo, il 17 giugno 1923, ed oggi continua ad indicare la scuderia.
Il 23 giugno, mentre si recuperava il corpo di
Francesco Baracca ed una tempesta di ferro e di fuoco, violenta come non
mai, imperversava contro il fronte
italiano esteso dall’Astico al mare (si stava scrivendo col sangue la pagina
gloriosa della Battaglia del Solstizio), giungeva una furente piena estiva del
Piave e travolgeva sei ponti e quattordici passerelle costruite dagli
austriaci. Quella stessa notte, un dipendente delle Regie Poste, Giovanni
Gaeta, che essendo stato esonerato dal servizio militare aveva chiesto ed
ottenuto di prestare comunque il suo servizio postale in prima linea, nelle
unità cosiddette “ambulanti” delle Regie Poste, dava sfogo al suo intimo lirismo
e fissava di getto, a matita, su un modulo per telegramma, parole e musica di
quell’Inno che infervorò i nostri soldati ed ancora oggi, a poco meno di un
secolo di distanza, riesce a fare accapponare la pelle di ogni vecchio
militare.
E non solo!
Si vide il Piave rigonfiar le sponde!
E come i fanti combattevan l’onde.
Rosso del sangue del nemico altero,
il Piave comandò: “Indietro va’ straniero!”
E indietreggiò il nemico fino a Trieste fino a Trento
e la Vittoria sciolse l’ali al vento!
E quando, dopo che a Villa Giusti di Padova gli
austro-ungarici ebbero firmato l’armistizio ed il generale Armando Diaz, ebbe
diramato il Bollettino della Vittoria, il futuro Duca della Vittoria non esitò
ad inviare un sentito telegramma a Giovanni Gaeta in cui affermò che “quelle
parole e quella musica valevano più di un generale”. Gaeta e Diaz erano
entrambi napoletani!
Gaeta, dal canto suo, dapprima rinunciò a tutti i
diritti d’autore sulla Leggenda del Piave, poi nel 1941 donò alla Patria le
prime cento medaglie d’oro che aveva ricevuto dai comuni del Piave, unitamente
alle fedi del suo matrimonio, e nel 1944 “cantò”, e fu la sua ultima
composizione, un aspetto della seconda guerra mondiale con un altro “inno”,
oggi quanto mai attuale in tema di integrazione, intitolato (e chi non lo
conosce?..) Tammurriata nera.
Ma che c’entra tutto questo con il 4 novembre?
C’entra, c’entra… ed anche questo è un modo per non
dimenticare!
ROMA,MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, GIORGIO NAPOLITANO
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"Nella ricorrenza del 4 novembre, celebriamo l'Unità Nazionale e il 95° anniversario della fine del primo conflitto mondiale, testimoniando la vicinanza del Paese alle Forze Armate, garanti di libertà e presidio delle istituzioni democratiche.
Questa mattina, rendendo omaggio al sacello del Milite Ignoto, rivolgerò il mio commosso pensiero ai caduti di tutte le guerre e a coloro che hanno perso la vita, in Patria e all'estero, per la sicurezza del Paese e della comunità internazionale e per la salvaguardia della pace.
In un mondo sempre più complesso e interdipendente, in cui i rischi dell'instabilità e della disgregazione sociale e le minacce transnazionali del terrorismo e della criminalità organizzata premono ormai da vicino sull'Italia e sull'Europa, le Forze Armate svolgono un ruolo di crescente importanza per il futuro del paese.
Per rendere le capacità richieste compatibili con le ridotte risorse finanziarie a disposizione, esse hanno intrapreso un radicale processo di riforma i cui meccanismi attuativi, all'esame del Parlamento, devono essere resi al più presto operanti.
Ancor più intensamente è necessario lavorare per l'integrazione militare europea. Al Consiglio di dicembre l'Italia ha l'opportunità di promuovere iniziative forti e concrete, in grado di attivare circuiti virtuosi, di razionalizzazione e risparmio di risorse. È possibile coinvolgere in tempi brevi in questa prospettiva un numero crescente di paesi membri.
In questa giornata così significativa, rinnovo il riconoscente apprezzamento di tutti gli italiani e mio personale ai militari impegnati nei diversi teatri di crisi, dall'Afghanistan, al Medio Oriente, ai Balcani, e a quelli che operano sul territorio nazionale e sui nostri mari. Un plauso particolare meritano gli uomini e le donne che hanno partecipato alle operazioni di soccorso e al pietoso recupero delle salme delle vittime della terribile tragedia di Lampedusa.
Viva le Forze Armate, viva la Repubblica, viva l'Italia!"
MESSAGGIO AUGURALE DEL MINISTRO DELLA DIFESA MAURO
Soldati, Marinai, Avieri,
Carabinieri, Personale civile della Difesa, la ricorrenza del 4 novembre,
Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, rappresenta il
ricordo indelebile della conclusione vittoriosa del Primo Conflitto mondiale,
ma anche la memoria incancellabile delle devastazioni, dei lutti e del dolore
subiti dai combattenti e dalla popolazione civile in quei tristi e terribili
anni, la dedizione e il sacrificio di un popolo intero. Ma è altresì
l’occasione per rievocare le imprese coraggiose dei soldati italiani: per
terra, lungo il Piave e il Grappa, nei cieli, con le azioni compiute attraverso
gli epici duelli aerei sostenuti dai piloti della nostra nascente Aeronautica
Militare e nei mari, attraverso le vicende ardite della nostra Marina Militare.
Una data che vuole celebrare le nostre Forze Armate, che dopo Caporetto seppero
risorgere e mostrare con la battaglia di Vittorio Veneto la determinazione e il
forte sentimento di unità nazionale, culminato con l’Armistizio di Villa Giusti
che mise fine a quel lungo e doloroso processo, iniziato con il Risorgimento,
suggellando negli Italiani la coscienza di essere un solo popolo. Sulle rovine
di ieri, superati gli steccati ideologici e sconfitto l’odio, l’Europa di oggi
ha usato le armi del dialogo e della condivisione, per camminare verso un
progresso comune. Una lezione della storia, pagata a caro prezzo, con il sangue
di tutti coloro che, per onorare il giuramento prestato, sacrificarono la vita
o rimasero feriti e mutilati. Ricordiamoli con commozione in questa ricorrenza,
ringraziandoli per aver reso l’Italia un Paese unito e importante nel novero
delle grandi Nazioni contemporanee. Soldati, Marinai, Avieri, Carabinieri,
Personale civile della Difesa, le Forze Armate custodiscono e testimoniano
instancabilmente il ricordo di quei Caduti e la loro eredità, affinché il loro
attaccamento al Tricolore sia d’esempio ai militari di ogni ordine e grado,
impegnati ovunque, in nome della Comunità internazionale, per continuare a
costruire un domani di pace e prosperità. Camminate sempre sulla via del loro
insegnamento orgogliosi di essere Italiani. Viva le Forze Armate! Viva
l’Italia!
MESSAGGIO AUGURALE DEL
CAPO DI SMD AMMIRAGLIO LUIGI BINELLI MANTELLI
“Ufficiali, Sottufficiali, Graduati, Soldati, Marinai, Avieri, Carabinieri, Finanzieri e Personale civile della “Grande Famiglia delle Forze Armate”!
Celebrando la ricorrenza del Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate desidero, innanzitutto, rendere omaggio alle Bandiere delle nostre Forze Armate, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza; a quei “Tricolore” – simboli identitari per eccellenza – che sono, per ogni Militare, manifestazione viva della proprio impegno e della propria vocazione in uniforme e, per il Paese, espressione delle millenarie memorie e tradizioni di questa nostra grande Nazione.
L’anniversario del “4 novembre” è per tutti noi la ricorrenza per eccellenza, che viene rafforzata nella sua alta valenza evocativa dal valore dell’Unità nazionale. Nel ricordo della vittoria nella 1^ guerra mondiale, ogni Italiano rinnova il proprio omaggio al coronamento di quel progetto, ambizioso, lungo e difficile, che aspirava a far nascere un’entità statuale, unita ed indipendente, qual è l’Italia che noi oggi conosciamo e alla quale le Forze Armate si asservono.
Quest’anno, in particolare, la ricorrenza assume ulteriore rilevanza nel momento in cui la Difesa e l’intero “Sistema Paese” si accingono alle commemorazioni del “centenario della Grande Guerra”, che dal prossimo anno troveranno compimento in una dimensione pan-europea ed internazionale.
Il 4 novembre di 95 anni fa, cessava sul fronte italiano l’immane tragedia di quel cruento scontro combattuto per la prima volta nelle tre dimensioni e al costo di altissimi sacrifici. L’intera giovane Nazione italiana si mobilitò per uno forzo corale che visse direttamente i fronti di terra, di mare e di cielo, nel logorio di un lungo e cruento conflitto.
Ma il prezzo più alto lo pagarono gli oltre settecentomila Caduti. La parte migliore, la più generosa gioventù, della nostra Nazione.
Ad Essi ci stringiamo oggi nel ricordo per custodirne per sempre la memoria!
Ad Essi si uniscono i Caduti e i Mutilati di tutte le guerre e di tutte le nazionalità e coloro che celebreremo tra pochi giorni - il 12 novembre - in occasione della Giornata del ricordo dedicata ai caduti, militari e civili, nelle missioni internazionali per la pace. Tutti coloro che sono caduti nell’impegno delle Forze Armate del secondo dopoguerra, nei diversi teatri di crisi all’estero per garantire la sicurezza, il rispetto dei diritti fondamentali e l’assistenza delle popolazioni.
Dal Maresciallo Capo dell’Arma dei Carabinieri Pio SEMPRONI, caduto in Eritrea nel 1950, passando per le 19 vittime dell’attentato di Nassiriya in Iraq del 2003 – del quale proprio il 12 novembre prossimo commemoreremo il decennale –, fino al sacrificio del Maggiore Giuseppe LA ROSA nell’attentato dell’8 giugno scorso a Farah in Afghanistan, i nostri militari hanno pagato un prezzo altissimo nell’adempimento del proprio dovere, in una proiezione avanzata della salvaguardia della stabilità e della pace, per il bene comune.
Un impegno diversificato, che vede oggi le Forze Armate agire con tutte le proprie articolazioni operative e logistiche – terrestri, marittime, aeree e di polizia militare – fianco a fianco ed alla pari con quelle dei Paesi tecnologicamente più avanzati.
Circa 6.000 militari tra Soldati, Marinai, Carabinieri e Finanzieri oggi sono impegnati nell’ambito di 34 missioni in 23 Paesi e nei mari vicini e lontani contribuendo con straordinaria umanità, professionalità, profonda dedizione ed incondizionato senso del dovere alla difesa della pace e della stabilità, al servizio dell’Italia e della comunità internazionale. A Loro voglio esprimere il mio più affettuoso ringraziamento ed il mio pieno apprezzamento.
L’assoluta mutevolezza di un mondo sempre più globalizzato, ove l’insorgere di crisi e minacce locali è in grado di ripercuotersi in ambienti geografici e sociali distanti e diversi, impone il mantenimento di significative capacità operative da impiegare in consessi multinazionali articolati e complessi. Negli ultimi anni la particolare e gravosa congiuntura economica che investe l’Italia e l’Europa e l’esigenza di riequilibrare il Bilancio della Difesa in un’ottica di sostenibilità e mantenimento di un’adeguata capacità operativa, ha imposto alle Forze Armate di riorganizzarsi in un’ottica di razionalizzazione e di efficientamento, con una particolare attenzione all’integrazione e all’interoperabilità in chiave non solo “interforze”, ma sempre più “interagenzia” e “multinazionale”.
In tale ambito molto potrà valere l’apporto e l’impulso che l’Italia saprà generare in seno all’Unione Europea in occasione del proprio semestre di presidenza nel prossimo anno. Ciò che di positivo potrà essere sviluppato in seno all’Unione non mancherà di produrre analoghi effetti nell’ambito dell’Alleanza Atlantica: “più Europa per una NATO migliore”!
L’esigenza del “fare più con meno” già ci vede tutti coinvolti in un significativo processo di revisione dello strumento militare nazionale che rappresenta l’essenza delle Forze Armate.
So di poter contare su ciascuno di Voi per fare la nostra parte nel contribuire al superamento di queste sfide, testimoni di uno spirito in cui si rifletta, ancora una volta, la determinazione, la fiducia e la forza con le quali il nostro Paese e la nostra Istituzione si sono già resi protagonisti in passato di straordinarie prove di coraggio e di altruismo, pur consapevole dei sacrifici che, in un momento di grave crisi economica, vengono richiesti al personale ed alle famiglie, che ringrazio per la determinante opera di supporto di ogni militare.
Ma l’operatività dello Strumento militare è la summa tangibile della vitalità di una “dimensione più grande”.
Le tante eccellenze che la nostra “prima linea” sa esprimere non sarebbero ciò che sono, non farebbero ciò che fanno, senza il contributo dei tanti altri componenti “la Squadra vincente” della Difesa: i Servizi del Supporto Tecnico, Amministrativo e Logistico, le Componenti Formative e di Addestramento, i Centri di Ricerca, Sperimentali e “di Eccellenza”.
Ed è per questo che, oggi, nell’esprimere la più ampia gratitudine a chi, lontano dai propri affetti, opera nelle missioni e nelle realtà geografiche più lontane e diverse, intendo rendere merito anche al contributo prezioso dei tanti altri che, con impegno partecipe e profondendo preziose energie, fisiche, intellettive ed emozionali, assicurano ogni giorno, dietro le quinte, la necessaria continuità organizzativa ed operativa.
I sentimenti della Nazione verso le Forze Armate sono chiari e forti negli attestati che ricevo ogni giorno.
Alle Forze Armate italiane gli Italiani sono profondamente grati e in Esse riconoscono non solo uno strumento capace di rispondere alle esigenze del Paese, ma anche un importante modello comportamentale all’interno delle Istituzioni.
Viva le Forze Armate! Viva l’Italia!”
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