E’ IL SISTEMA ITALIA CHE NON VA PIU’
Siamo
fortemente preoccupati per i dati diffusi ieri dalla Banca d’Italia
sull’andamento dell’economia del Molise per il primo semestre 2013, che dimostrano come i nostri ripetuti gridi
di allarme, purtroppo il più delle volte rimasti inascoltati, siano più che
fondati.
E’
giunto il momento di attuare un cambio di rotta a tutti i livelli della
governance, sennò continuiamo a prenderci in giro ed a giocare sulle sorti
delle aziende e dei lavoratori.
Leggevo
sulla stampa di questi giorni, all’indomani del varo del disegno di legge di
stabilità che, a fronte delle perplessità sollevate dalle forze economiche e
sociali sul provvedimento, il Presidente del Consiglio Enrico Letta invitava
alla fiducia, rassicurando che gli effetti benefici si vedranno fra qualche
anno e non subito.
Casualmente,
mi sono imbattuta lo stesso giorno in quotidiani di un paio di anni fa, inerenti
le misure “lacrime e sangue” del Governo Monti, che riportavano lo stesso
invito da parte del Professore a pazientare, perché la sua cura avrebbe
prodotto gli effetti da lì ad un paio d’anni.
Orbene,
oggi i due anni di pazienza che chiedeva il Professore Monti agli italiani ed
alle aziende già allora in recessione sono trascorsi, ma gli effetti prodigiosi
delle sue manovre non si sono visti, se gli indici principali dello sviluppo
non sono migliorati e se sistematicamente il Governo oggi in carica chiede
ulteriori sacrifici e rimescola una serie di acronimi su tasse ed imposte per
celare un ulteriore aumento della pressione fiscale che non porterà a nulla,
senza un taglio delle spese inutili e della burocrazia e senza un’immissione di
liquidità.
Ciò
vuol dire che più di qualcosa nel sistema Italia non va più; è alta la
probabilità che fra due anni anche i promessi effetti delle
manovre del Governo Letta non si verifichino,
perché è l’impostazione del sistema giuridico imbrigliato da lacci e
lacciuoli che non lo consentirà e non consentirà neppure la ripresa senza un
colpo di spugna autorevole e coraggioso: delle manovre dei Governi precedenti
mancano ancora oltre 300 decreti attuativi e regolamenti vari che poi spesso
necessitano di ulteriori istruzioni applicative; lo stesso disegno di legge di
stabilità del Governo Letta demanda a ben 50 decreti attuativi che di certo non
saranno varati nei tempi stabiliti e forse non lo saranno mai.
Se
non riusciamo a ripristinare l’efficienza della macchina dello Stato, se non
saranno tagliati gli sprechi, se non sarà immessa liquidità nel sistema, se
non ci sarà una azzeramento di norme
contraddittorie ieri lamentate anche dai Commercialisti, non si potrà più
operare e la piccola e media industria scomparirà, perché è impossibile andar
avanti così.
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