“I COMUNI SIANO PARTE ATTIVA NEL NEGOZIATO.
PIU’ RISORSE A AREE INTERNE”
“Vogliamo
avere un approccio costruttivo, condividiamo metodi e obiettivi, ma intendiamo
essere parte attiva nel negoziato. Chiediamo un avanzamento serio sulle
risorse nazionali destinate alle città metropolitane e una priorità
strategica allo sviluppo delle aree interne”. Lo afferma sulle pagine
del quotidiano nazionale 'Il Sole 24 Ore' Micaela Fanelli, membro
dell’Ufficio di Presidenza nazionale ANCI con delega alle Politiche
comunitarie e Piani di sviluppo, in merito alla spartizione, per le regioni
del Mezzogiorno, di 22,8
miliardi di risorse dell’Obiettivo Convergenza disponibili e, nello
specifico, in merito alla nuova categoria di regioni di transizione, quali
Sardegna, Abruzzo e Molise, che devono dividersi 1,125 miliardi.
L’accordo
tra Governo e Regioni già c’è sui principi generali, resta tuttavia ancora
aperta la questione relativa al riparto di fondi tra le regioni.
Micaela
Fanelli ha reclamato con forza una maggiore attenzione a favore dei Comuni,
tanto da richiedere nei giorni scorsi la convocazione urgente di una
Conferenza unificata per conoscere il livello di maturazione dell’accordo.
“Rivendico con decisione un ruolo più ampio e più forte dei Comuni
nella definizione degli obiettivi del prossimo ciclo di programmazione 2014-2020 . E’ l’unica strada –
ha spiegato Fanelli - che gli amministratori
hanno a disposizione per ottenere sviluppo e competitività. Ecco
perché i Comuni vanno coinvolti in pieno. E a Riccia lo
ribadiremo con decisione all'ex Ministro
Fabrizio Barca e alla direttrice Sabina De Luca", (rispettivamente
ex Ministro per la Coesione
territoriale, e direttrice generale del Dipartimento per le Politiche di
Sviluppo, Ministero dello Sviluppo Economico), all'incontro-dibattito aperto a
tutti che si terrà proprio a Riccia il 23 novembre nell'ambito del ciclo di incontri in Molise dal titolo
'Si scrive Molise, si legge futuro' (altri incontri con Fabrizio Barca a
Agnone, Isernia e Termoli).
Domani 19
novembre intanto si terrà, con il voto in plenaria dell’Europarlamento a
Strasburgo sul bilancio pluriennale 2014-2020 ,
l’ultimo atto della partita sui fondi Ue per i prossimi sette anni.
In sostanza,
il sigillo dell’Aula metterà a disposizione 325 miliardi di fondi strutturali
da spartire tra i 28 Paesi Ue. Per l’Italia 31,8 miliardi, cui si
sommerà una quota di cofinanziamento nazionale pari a 24 miliardi previsti
dalla legge di stabilità, il che porterebbe l’intero flusso di fondi
strutturali, giacenti e futuri, da immettere nell’economia italiana fino
al 2020 a
circa 90 miliardi.
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