martedì 28 ottobre 2014

L'AUTONOMIA DEL MOLISE.

Campobasso, 28 ottobre 2014

ROSARIO DE MATTEIS, PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI CAMPOBASSO

(foto Gino CAlabrese)
“Sempre più spesso quando si parla di tagli, la politica nazionale prende come esempio il Molise. Una volta vogliono tagliarlo per l’esiguità degli abitanti, un’altra volta ancora vogliono eliminarlo per l’esiguità del territorio, altra volta ancora vogliono eliminare la provincia di Isernia, altre volte ancora parlano del Molise come fazzoletto di terra dove la classe politica resta la più costosa d’Italia. Non a caso il senatore Ruta ha citato come siano stati 8, solo al Senato, gli interventi legislativi sul Molise; io ricordo di aver risposto ad attacchi anche di altri presidenti di province, che puntavano il dito sulla nostra piccola regione. E così la notizia dell’ennesimo progetto di legge di un deputato sconosciuto (Roberto Morassut) del Pd mi fa sorridere: secondo lui da Montenero a Sepino saremmo baresi - lucani, da Cantalupo a Sesto campano marchigiani. Spazzata via con un colpo di spugna un’identità regionale, la storia di una regione, di un popolo, cancellata la società, la tradizione, la lingua, gli usi che vedono il Molise autonomo, a se stante, come i padri fondatori della Carta Costituzionale lo volevano e lo sognavano. Sinceramente non vedo nessun presupposto in grado di eliminare una terra piccola come la nostra, ma ricca di sentimenti e coraggio che l’hanno resa autonoma da una classe di politici illuminati nel lontano 1963. Ma seppur condividendo un ragionamento di riordino istituzionale, di risparmio, nell’ottica di una ridefinizione di macroregioni, solo in questo disegno generale che riguardi l’intero Paese, allora posso convenire che occorra ragionare insieme coinvolgendo parlamentari, la Regione, gli organismi rappresentativi degli enti e la popolazione. Sinceramente il Molise ha poco a che spartire con Matera o con Ascoli Piceno, ma credo il mio sia uno slancio emotivo che rappresenti un sentimento unanime di 300 mila persone. Ma a tutti coloro che si svegliano la mattina e con la scusa di tagliare i costi pensano al Molise, consiglio loro di riflettere su dove veramente si debba tagliare. Iniziassero con i mille parlamentari, con gli enti inutili, i consorzi, le partecipate, cominciassero a vedere se hanno ancora senso le Regioni a statuto speciale e le province autonome, verificassero quanto realmente costano le singole regioni, senza dare i numeri smembrando o accorpando le regioni senza un serio filo conduttore o giocare con l’atlante strategico.

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