sabato 28 marzo 2015

TEATRO SAVOIA:TATO RUSSO, MENECMI

Campobasso, 28 marzo 2015

Martedì 31 Marzo 2015 ore 21:00
La commedia degli equivoci
Da Plauto a Shakespeare  Regia di Livio Galassi

Cavallo di battaglia del Tato Russo attore, “Menecmi”, nella doppia versione de “I due Gemelli napoletani”, tratto da Plauto, ha avuto decine di riprese ed ha collezionato più di seicento repliche. La riscrittura originale di Tato dell’originale plautino conserva tutto il suo plebeismo, tutti i suoi caratteri di teatro popolare, ma ne amplia il divertimento così da farlo diventare un capolavoro dell’arte comica.
Diciotto volte confessò d’averlo visto uno spettatore innamorato. E insaziabili sono ogni anno le richieste di ripresa dello spettacolo in cui Tato Russo si consacrò attore specialissimo e dalla straordinaria comunicativa. «Sono venticinque anni che porto in giro per l’Italia i miei Menecmi, ispirati a Plauto: in tutto questo tempo è cambiata la mia età anagrafica, e mi è diventato faticoso interpretare due parti. Ma il pubblico e i teatri continuano a richiedermelo, e oggi mi ritrovo a inventarmi le forze per essere di nuovo in scena con questo mostruoso composto di fatica e di follia creativa. Ce la farò ancora una volta?».

NOTE DI REGIA
I Menecmi è una libera elaborazione di Tato Russo da Menecmo di Plauto, oltre ad essere una delle più famose e forse, come la definiscono alcuni, la commedia più plautina di Plauto. Tato Russo affidando le parti dei gemelli ad un unico attore ha ambientato la vicenda in una Napoli antica, la Neapolis dell’epoca. Ma nonostante che un gemello becero e volgare sia contrapposto all’altro, colto e intellettuale, che fa l’avvocato, entrambi i personaggi si esprimono in italiano. L’irrefrenabile, incontenibile, generoso regista e attore napoletano, versatile da sempre non solo come interprete ma anche come autore, innamorato della prosa come del musical, ha riscritto la storia di Plauto non mancando di darle un tocco partenopeo. E così l’esuberanza verbale, il termine plebeo, il lazzo, attraverso i quali Plauto ottiene la risata crassa, il divertimento gioioso, la comicità, qui raggiungono il massimo vigore dando clamore alla voce autentica che si innalza al di sopra di qualunque banale intellettualismo, alimentando le fondamentali peculiarità dell’autore sarsinate. L’origine atellanica dell’arte plautina si fa più vicina sia alla metrica musicale del tempo che alla grassezza popolare voluta da Plauto.

Nessun commento:

Posta un commento