lunedì 23 marzo 2015

CAMPOBASSO, TEATRO SAVOIA: AMLETO di William Shakespeare

Campobasso, 23 marzo 2015

GIOVEDI’ 26 MARZO 2015 ore 21:00 
Regia di Filippo Gili con Daniele Pecci 
COMPAGNIA STABILE DEL MOLISE 

Il Teatro Savoia torna ad ospitare una delle tragedie shakespeariane più conosciute e citate al mondo per la regia di Filippo Gili.
Eroe malinconico, consapevole del male di vivere e gravato del peso di se stesso, il Principe di Danimarca anticipa e rappresenta in maniera esemplare il dramma dell’uomo moderno, incapace di colmare il divario tra il bene e il male, tra la verità e l’errore, l’essere e l’apparire.
È angosciato dall’ineluttabilità e invincibilità del male, dalla propria incapacità di orientare diversamente la storia, dall’inautenticità della vita umana. È questo che gli procura il senso di essere pazzo in un mondo di pazzi. Daniele Pecci e Filippo Gili porteranno in scena una rappresentazione spoglia di letture forzate, ma unicamente tesa all’analisi di un uomo eclettico che all’alba del ‘600 vide il mondo uscire dai suoi binari.
E’ un progetto che nasce con Daniele Pecci – scrive Fillippo Gili nelle note di regia. “Quando Daniele mi ha chiesto se volevo curare la regia di un Amleto con lui protagonista, è stato come ritrovarsi un ombrello sotto la pioggia. Era quello che attendevo. Ed è quello che faremo. Mettere un ombrello sotto le infinite chance di una lettura di un testo infinito. Un ombrello che copra una sola parte di mondo, il palcoscenico della rappresentazione, ma spoglio di letture forzate, unitamente teso al gioco di analizzare perché, all’alba del ‘600, nacque un uomo che vide il mondo uscire dai suoi binari. Se si fa Amleto, oggi, nel trascendente ritmo biologico di un accavallarsi di scene, l’una dentro l’altra, è perché è infinita la malizia di Polonio, è perché è infinita la cattiva coscienza di Gertrude, è perché è infinita la dannata verginità di Ofelia, è perché è infinita l’intuizione di Claudio: un impero, da Don Chisciotte, passando per il potere dell’atomo, fino ai microchip odierni e per chissà quanto ancora, si può mettere a soqquadro solo con l’ausilio di una goccia di veleno. Con Amleto che si porta sulle spalle un peso che lo porta ai giorni nostri: quello di vivere nel mondo, senza esserci. Spettacolo semplice, spoglio, essenziale. Ferro. E legno. E relazioni. E stupore. E impossibilità di essere, modernamente, eroi.”

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