mercoledì 16 luglio 2014

REGIONE MOLISE DA TAGLIARE

Campobasso 16 luglio 2014

Il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, in merito agli articoli pubblicati dal Corriere della Sera a firma di Sergio Rizzo e Riccardo Puglisi.
Se anche i tecnici fanno populismo

“Ha ragione il Corriere della Sera: che fine hanno fatto i documenti predisposti dai gruppi di lavoro della spending review di Cottarelli? La domanda posta dall’autorevole quotidiano italiano è anche nostra. Soprattutto nostra. Come molisani ci interessa saperlo anche alla luce dell’indiscrezione rivelata oggi da Sergio Rizzo. Secondo la sua ricostruzione, dal rapporto per la revisione della spesa pubblica, chiuso – leggiamo – in qualche cassetto, verrebbe fuori la lapidaria conclusione che “la Regione Molise non avrebbe ragione di esistere”, la giusta soluzione per sanare i conti del Paese. Semplice, no?
Evidente a tutti che una Regione delle dimensioni del Molise, con 20 consiglieri regionali, in un sistema politico-amministrativo generale a dir poco elefantiaco, è il problema dei problemi per il contribuente italiano. Eliminata, non ci sarebbero più sprechi. Se questa è la convinzione, lo facciamo noi il sacrificio in nome del senso di solidarietà nazionale che ci appartiene. Peccato che tutto questo a noi suoni come qualunquismo e populismo.
Più volte ci siamo difesi da chi, alterne voci di tutti gli schieramenti politici, con superficialità assoluta ha sentenziato che il Molise non ha ragione di esistere. Oggi riprendiamo la nostra difesa di fronte al verdetto emesso – almeno così sappiamo – dai tecnici incaricati di individuare ed eliminare gli sprechi del sistema Paese. 
Con i signori tecnici, e non solo con loro, ci piacerebbe confrontarci sulle misure di spending review adottate da questa Regione, misure in bilancio e consultabili da tutti secondo i principi guida della nostra azione amministrativa: trasparenza, condivisione, semplificazione, controllo.
I provvedimenti di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica li abbiamo adottati non per mantenere in vita l’apparato Regione Molise, ma per rilanciare l’economia locale, per creare occasioni di lavoro, per dare possibilità di futuro ai nostri cittadini. Tagli e risparmi fatti, finalmente, solo per consentire ai nostri cittadini di vivere in un territorio in grado di avere futuro, fatti esclusivamente per migliorare la qualità della loro vita. Tagli e risparmi per dimostrare che dalle piccole realtà può partire il buon esempio.
Piccoli come siamo, in un solo anno abbiamo superato 11 milioni di euro di economie. Come? Lavorando tutti insieme per ridurre la spesa corrente e semplificare tutta la nostra architettura istituzionale. Con il processo avviato la pianta organica della Regione Molise passerà nel 2016 da 819 addetti (situazione al 31 dicembre 2013), a 580 per un risparmio strutturale di oltre 8 milioni e mezzo di euro. Il numero dei dirigenti risulterà ridotto del 46 percento: da 74 a 40.
Abbiamo cancellato tutte le attività non prioritarie, eliminato premialità che non corrispondano al merito, accorpato, e continueremo a farlo, organismi con funzioni spesso identiche. Abbiamo risparmiato oltre un milione di euro nelle governance delle partecipate, mediante il coinvolgimento dei dirigenti regionali e l’azzeramento dei cda a favore dell’amministratore unico.
Tra fitti e spese di gestione, abbiamo razionalizzato l’uso degli immobili per quasi un milione di euro di risparmi, abbiamo messo in vendita gli automezzi di proprietà dell’amministrazione.
Persino l’organizzazione della visita del Santo Padre, evento straordinario per una realtà da “eliminare”, per quanto di competenza della Regione, è stata a costo zero, grazie a tutte le strutture regionali e alle imprese che hanno risposto alla nostra richiesta di collaborazione.
Abbiamo fatto questo, e altro ancora abbiamo in cantiere, per rendere il Molise più economico, più efficiente, più moderno, per rispondere alle esigenze e alle richieste  di un Paese in profonda crisi, convinti che solo così possiamo insieme, i nostri cittadini e noi, guardare al futuro con fiducia e speranza. Lo sappiamo, rischiamo molto sul piano politico, ma siamo certi di assicurare un domani alla nostra Regione. Andremo avanti senza arretrare mai rispetto ai quotidiani attacchi riservati alla nostra esistenza.
Ecco su che cosa ci piacerebbe confrontarci, piuttosto che essere solo oggetto di scherno da parte di chi, senza conoscerci, decreta che non meritiamo di esistere come Regione. magari, chissà, potremmo riservare anche qualche sorpresa”.

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