venerdì 16 novembre 2018

GENTE DI CAMPOBASSO_2 di GENNARO VENTRESCA

Campobasso, 16 novembre 2018

100 scatti 
Sottofondo musicale
ULESSA ARTURNA voce: VITO BATTISTA
di Alberta De Lisio           

Il libro di Gennaro Ventresca inizia dalla copertina, prendendoci sottobraccio avviando il passeggio proprio da "piazza Polmonite" (piazza Prefettura , come ama chiamarla lui e noi con lui...una delle zone effettivamente più gelide di Campobasso!!)...

È un libro che non è una semplice carrellata di volti. Direi piuttosto che è un romanzo giallo: lo tieni in mano, lo apri e corri all' ultima pagina per vedere come va a finire! L ho fatto anche io e ho curiosato nell'elenco dei nomi, e nelle ultime foto miste di storia,ricordi, volti caratteristici e tipizzanti del capoluogo. Ed è iniziato il viaggio tra tante persone che sono accomunate non solo dalla loro campobassanita', ma soprattutto dall'essere ognuno testimone del tempo della nostra città, delle sue tante vite, testimoni di un passato che ci insegna come dovrebbero essere oggi le cose che abbiamo perduto o di come potremmo migliorarle. Ritrovare il dottor Angiolillo, IL pediatra che correva nelle nostre case con la sua macchinuccia in una spola senza sosta tra pazienti e balcone di casa dal quale la madre gli comunicava il nome del paziente urgente successivo. Senza tema delle intemperie. Solo per passione. 
E poi i concittadini che sanno raccontarci meglio di come potremmo fare noi anche se lontani, come ha fatto Domenico Iannacone. E tutti quegli imprenditori che, con le loro famiglie e la loro tradizione, ricordano a tutti che l'impresa si fa rischiando in prima persona, lavorando insieme ai dipendenti tra i tavoli e dietro il bancone, senza conoscere soste e feste, come Libero e Nicola, Marcello, Antonio, Salvatore, Giuseppe, Enrico e Franca e tanti altri... E i luoghi del cuore...come il Circolo Sannitico che, oltre ad essere luogo dove da sempre si è fatta cultura, a fine anni 80 ha ospitato anche le nostre feste di diciottenni in un momento in cui la città non aveva locali ed era spenta . O il Nuovo Romagnoli, che l' autore chiama lo stadio dei sogni. Quanti sogni abbraccia uno stadio? Quanti colori? Quanti sorrisi di bambini per i loro idoli? Quanti abbracci? Ed è stato davvero il luogo dei sogni a cominciare dal giorno in cui fu inaugurato, con un freddo glaciale che non fermò la marcia di tutti noi ragazzi verso un "tempio" in cui abbiamo sempre riposto la sana attesa di poter condividere momenti esaltanti. E ce ne sono stati. E anche nei momenti bui, resta sempre il luogo dove ancora si può e si deve sognare.
E poi, nel libro, ci sono quelli che non ci sono più. Come l'amico Giorgio Palmieri, grazie al quale ho avuto sempre viva l'immagine di mio padre, il suo lavoro, il suo patrimonio culturale enorme da non disperdere. Grazie al quale tutta la Regione ha vissuto più consapevolmente la sua storia e quella dei suoi uomini e donne.
Le tante persone coinvolte nel libro ed accorse alla sua presentazione sono la perfetta fotografia delle mille contraddizioni della nostra città che spesso ti ignora, ti seppellisce e poi improvvisamente ti applaude e ti ricorda grata.
Ecco. La riconoscenza e ' la memoria del cuore.
Ma non può e non deve bastare perché credo si debba dire grazie sempre e subito a chiunque, a qualunque titolo, ci arricchisce la vita. Perché poi ce ne pentiamo per non averlo fatto al tempo giusto, "da vivi" . Ecco perché è bello leggere il libro e alzare lo sguardo e trovare quasi tutti lì, davanti a te, a passeggiare, bere caffè, a salutarti. Perché ci venga consentito di rimediare a troppi silenzi e presenze  a volte invadenti e chiassose che molto hanno tolto ad una storia, quella della nostra città , che merita decisamente una attenzione e un rispetto maggiore , magari ripartendo proprio dalla "Gente di Campobasso."

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