venerdì 22 marzo 2019

SE MARIE E GESÈPPE FUSSERE SCIUTE A MONTE,GESÙ CRISTE SARRIJE NÉTE NDA N’U PAGGHIÈRE.

Campobasso, 22 marzo2019


      
Un presepe è come... una poesia: l’impegno ed il tempo occorrenti alla sua realizzazione, ma 
anche l’eventuale ricchezza e ricercatezza di particolari, sono tali che alla fine si potrebbe definire...
un libro di poesie. Un libro di poesie rigorosamente scritto... a mano.
Orbene, se l’autore ha una bella scrittura tutti lo leggono: se scrive male si legge con difficoltà. 
Per evitare fatiche, allora, descrivo qui, in stampatello, questo presepe.



Nulla, nel presepe, può essere casuale anzi, ogni dettaglio deve essere studiato e deve avere un proprio significato: questo nostro si sviluppa in senso verticale, ascendente, tanto da potersi idealmente inscrivere in un triangolo isoscele. Poiché il presepe è anche preghiera tale forma l’aiuta a salire in alto, proprio come l’incenso nelle liturgie. L’angelo annunziante, che è posto sul vertice del triangolo, è mobile,oscilla nell’aria proprio a rappresentare l’aria stessa, quale elemento cosmico, insiemea terra ed acqua: sembra mancare il quarto elemento, il fuoco, ma restiamo perfettamente in tema adeguandoci a S. Alfonso Maria dei Liguori che canta... “mancano panni e fuoco o mio Signore”. 
Il tutto è articolato in quattro scene oltre a quella Natività: solo in quest’ultima sono presenti personaggi. Nelle quattro scene anche le... quattro stagioni: l’estate delle vacanze al mare, l’autunno con le foglie gialle intorno all’albero di piazza De Galganis, l’inverno con la neve sui tetti delle case a schiera e la primavera nella luce della...scalinata angioina: è lì che possono sbocciare i sogni che poi si affidano all’Arcangelo. 
In genere nei presepi l’acqua (simbolo della purificazione) è presente nel ruscello, nel fiume, talvolta nel lago: qui invece si è voluto rappresentare il mare perché la destinataria del lavoro ama il mare di Macchia di Monte Sant’Angelo, il mare del Gargano, ed a ridosso del limpido mare, non appena si comincia a salire verso la Montagna del Sole, ci sono i... muretti a secco, dichiarati patrimonio immateriale dell’UNESCO proprio mentre questo lavoro volgeva alla fine. 
Tra i muretti la vegetazione spontanea classica, fichidindia ed agave, ma anche la vigna ed i classici orticelli, ormai abbandonati, un tempo coltivati anche nella periferia dell’abitato: tutti elementi rappresentativi della terra garganica. 
Poi il frammento di un tronco di ulivo, scavata dal tempo. Su un suo sperone sporgente due piccole file di candide case montanare, a schiera, e poco più a sinistra, in centro, una profonda fenditura naturale del legno: qui è posta la scalinata della Grotta che passando davanti alla Madonna dagli occhi vetro (Sepolcro dei Cantelmo) porta dritto dritto all’immagine dell’Arcangelo: un’immagine rara, esclusiva. 
All’ingresso della caverna è stata incastonata una scheggia della sacra pietra della Grotta. Appena appena più in alto, al di fuori della caverna, un’altra scena montanara: la chiesa delle Clarisse, così cara ai Montanari! 
Al vertice del cosiddetto “scoglio” la riproduzione dei sei gradini semicircolari che, nella realtà, accedono alla sacra Spelonca. Essi costituiscono il proscenio da cui Maria,Giuseppe e due zampognari adorano il Cristo appena nato. Dai gradini, delimitati da colonne e capitelli, si accede al classico “pagghière” dentro cui si trova Gesù Bambino, deposto in un trogolo ricavato da un frammento di un ramo di vite, coltivata dall’autore, sopra una coperta verde (il colore della speranza... ma anche simbolo della partenza, del permesso accordato, del consenso, dell’accesso, della via libera per procedere e... andare avanti.) con frangia. Le pareti interne del manufatto litico sono trasformate in... cielo stellato. La costruzione è infine sormontata dall’Angelo annunziante che oscilla.... È abitudine di chi ha realizzato questo lavoro di vestire l’Angelo, che annuncia la nascita, di rosa quando il presepe è dedicato ad una donna e di azzurro quando invece è dedicato ad un uomo. 
L’allegoria dei genitori di Cristo fermi all’esterno del “pagghière” vuole rifarsi alla leggenda del pellegrinaggio di San Francesco a Monte Sant’Angelo (il Santo delle stigmate si fermò sulla soglia della Grotta ritenendosi indegno di porre piede nel luogo senso della genitorialità di Maria e Giuseppe. Essi non sottraggono spazio, di per sé angusto,al Figlio di Dio e restano fuori, in adorazione, nella cosciente consapevolezza della supremazia della natura divina di Gesù, rispetto alla loro natura terrena, ma anche nella loro spontanea disponibilità a rinunciare a tutto, a favore del figlio appena nato: principio questo che ispira tutti i genitori degni di essere tali! Infine una riflessione sulla figura di Giuseppe: abiti non presepiali ma quasi contemporanei, pantaloni e mantello con pellegrina. Il Santo dell’umiltà, certo, ma anche della generosità e dell’amore paterno, ed infinito, per la Creatura che non è figlio suo e che nasce dal grembo della sua sposa Immacolata: rispetto all’iconografia classica ha conservato, in questa scena, solo il simbolico bastone fiorito ed i colori giallo e viola. 
La scalinata, la cornice dell’effige della statua del Sansovino, la chiesa delle Clarisse e le due file di case a schiera, sono state realizzate in pietra di Monte; le figure in pasta polimerica tipo FIMO dipinte con colori acrilici. Le aureole del Bambino, di Maria e di Giuseppe sono in filigrana di filo di rame argentato, mentre il bastone fiorito di Giuseppe è in filo di rame nudo e smalto. Le dorature (ali dell’Angelo e cornice di base) sono state eseguite con la tecnica della missione in foglia oro e con la stessatecnica, però con foglia ramata, sono state realizzate le colonnine della scalinata ed il mascherone applicato alla culla del Gesù Bambino, che è ispirato a quello delle porte di bronzo della Basilica di San Michele: i pellegrini erano soliti farne ricadere e tintinnare l’anello (riprodotto in ferro brunito) sul metallo delle porte perché ritenevano che quel suono scacciasse i diavoli. 
La culla, infine, è rimovibile, può essere cioè rimossa e poi ricollocata nel presepe la sera della vigilia di Natale a commemorare la Nascita: è tenuta in sito da una calamita. Altrettanto vale per il “tetto” del “pagghière”, in caso di necessità per la eventuale sostituzione del led principale. 
L'Autore Gennaro Ciccaglione
Il lavoro è stato... concepito l’11 marzo 2018, iniziato nella seconda metà di aprile 2018 ed ultimato 
l’11 marzo2019. Il 15 marzo, è stato presentato a quattro amici dell’autore e quindi benedetto da Monsignor Gabriele Teti, 1° Cappellano Militare capo della G. di F. in congedo, già maresciallo dei carabinieri.



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