Frattura:
una strategia comune per crescere tutti insieme
L’intervento integrale che il
presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, ha tenuto oggi a
Bruxelles durante il seminario dedicato alla Macroregione Adriatico-ionica,
all’interno degli Open days 2013.
“Gentile
Commissario europeo, Signora Damanaki, illustri
ambasciatori e rappresentanti dei Governi, direttore Palma Andres, cari
colleghi delle Regioni e delle città dell’Adriatico e dello Ionio, cercherò di dare
qualche spunto, evitando di ribadire concetti e considerazioni già tanto ben
illustrate da chi mi ha preceduto. E nel salutare i tanti presenti, voglio
ringraziare il Presidente Spacca e la Regione Marche per tutto il lavoro svolto e per aver fortemente costruito questo evento.
In questi anni
abbiamo condiviso, come Regioni e Enti territoriali, decine e decine di
progetti di cooperazione, consolidato rapporti istituzionali e interpersonali,
dato vita a network come l’Euroregione Adriatico-Ionica che è servita ad
approfondire tematiche e consolidare in tutti noi la consapevolezza di dover e
poter cogliere le potenzialità di un’area, quella dell’Adriatico e dello Ionio,
estremamente interessante e con
molteplici opportunità di crescita economica e sociale che una solida, e prima
o poi, comune casa europea esalterà.
Riconosciamo che
si poteva fare di più e meglio, si potevano evitare sovrapposizioni di progetti
e risorse facendo meglio interagire le giuste ambizioni dei singoli territori.
Ma è proprio
questa la prospettiva positiva che ci aspetta: il disegno di una visione di
lungo periodo che Istituzioni europee e Governi nazionali dovranno elaborare
alzando l’asticella degli obiettivi da raggiungere.
Una strategia
macroregionale, prima ancora degli interventi da porre in essere, è un cambio
di passo culturale e di gestione: dai singoli protagonismi a un gioco di
squadra, dall’idea di autoreferenzialità alla convinzione che solo insieme
possiamo crescere tutti, dal fatto che non sempre spendere le proprie risorse,
anche in maniera corretta, vuol dire valorizzarle nel miglior modo possibile.
È un salto di
qualità cui siamo chiamati, innanzitutto, noi decisori politici: condividendo
l’approccio e le metodologie, coinvolgendo gli attori sociali ed economici
delle nostre Regioni, garantendo che anche la macchina amministrativa sia all’altezza di questo compito.
I problemi che
affronteremo sono sotto gli occhi di tutti : un’area molto vasta, Paesi molto
diversi, alcuni Stati membri dell’Unione europea ed altri no, articolazioni
istituzionali abbastanza disomogenee.
Ma allo stesso
modo, tante sono le opportunità positive: un mercato dalle forti potenzialità,
risorse ambientali e culturali di grande valore, il mare e le numerose
opportunità di sviluppo, il consolidamento ed il rafforzamento dell’Europa nei
balcani occidentali.
Stiamo
contribuendo come Regioni, in queste settimane, a riempire di contenuti il
piano d’azione: pochi punti, di grande impatto e al cui interno si possano
valorizzare le specificità e le eccellenze dei nostri territori. Abbiamo già
esperienze e proposte che vanno solo ricollocate e supportate nello scenario più ampio, un contributo
arriverà dai ministeri interessati così come un ottimo lavoro hanno già avviato
il Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio, il Forum delle
Città e delle Università dell’area in questione , il forte impulso dato dal
segretariato della Iai (Iniziativa Adriatico-Ionica).
Un apprezzamento
particolare va al lavoro che stanno svolgendo i national contact point, per
l’Italia il consigliere Vitolo del Ministero affari esteri e la dottoressa
Rusca del Dipartimento per la coesione. Loro avranno il difficile compito di
recepire, raccogliere e portare a sintesi, in poche settimane, tutte le
indicazioni e le sollecitazioni che arriveranno.
Cercheremo, anche
in questo, di facilitare il loro compito implementando, speriamo con impegno e
qualità, occasioni di confronto programmate in attività previste da progetti in
essere: nello specifico ribadisco che il progetto Adri.Gov, che vede la Regione Molise come
lead partner, è funzionale ai nostri prossimi impegni.
Chiediamo alla
Commissione europea e ai Governi Nazionali di costruire un piano d’azione
chiaro, con pochi e grandi obiettivi, con una governance dei processi semplice
e determinata. I temi sono incredibilmente vitali al nostro futuro.
Non potrà
esserci sviluppo senza un forte potenziamento delle reti infrastrutturali e dei
trasporti ed auspichiamo che Bruxelles riconsideri, con uno sguardo più attento
alla’area di nostro interesse, le direttrici
già programmate: potenziare i collegamenti su gomma e rotaia e valutare una
seria politica rivolta ad una rete di aeroporti regionali, in un mondo così
competitivo, farà la differenza. Non potrà esserci attrattività turistica senza
promuovere la sostenibilità ambientale e la buona conservazione dell’ecosistema esistente, da un
lato, e un’azione di bonifica dei punti
di maggior criticità, dall’altra. Abbiamo eccellenze nel campo della ricerca e
dell’innovazione in grado di trainare l’intera area. Abbiamo risorse, e penso
alla pesca, che meglio gestite serviranno a rilanciare l’economia di riferimento.
Abbiamo, infine, la necessità di governare un processo di crescita delle
competenze. Non ci sarà nessuna strategia, la migliore possibile, in grado di
essere realizzata se le persone che
dovranno lavorare alla concretizzazione degli interventi non abbiano capacità e
formazione elevata e il più omogenea possibile nei territori coinvolti. Proprio
sul tema della capacity building, avendo avuto dalle regioni italiane il
compito di coordinare una possibile proposta, la Regione Molise
nelle prossime settimane cercherà di articolare un’iniziativa condivisa. Il
tutto con un chiaro ed unico obiettivo che abbiamo davanti: quello di
finalizzare il nostro impegno a creare economia e lavoro con l’occhio rivolto,
soprattutto, ai nostri giovani.
Un ultimo
riferimento alle risorse: sappiamo che la Commissione non
immagina finanziamenti aggiuntivi rispetto ai budget previsti dalla nuova
programmazione, con senso di responsabilità siamo in linea con queste
indicazioni.
Ma sappiamo
anche che l’articolazione dei fondi strutturali, diversa per singole regioni,
non sempre consente di intervenire su tutti i pilastri della strategia e la
stessa cooperazione territoriale potrebbe non essere esaustiva. Sarà, quindi ,
necessario approfondire il tema di un
intervento dei Governi su eventuali strumenti complementari.
Conosciamo
l’attesa che c’è nei confronti del ruolo che l’Italia potrà e dovrà giocare nei
prossimi mesi: abbiamo da offrire le nostre migliori esperienze ma dobbiamo
avere la giusta umiltà nel raccogliere gli insegnamenti che vengono dai nostri
interlocutori transfrontalieri , siano essi di livello nazionale o locale .
L’anno prossimo,
di questi giorni, saremo nel pieno del semestre di Presidenza italiana
dell’Unione europea e, soprattutto, sono
sicuro che ci ritroveremo di nuovo intorno a questo tavolo con un ottimo
risultato raggiunto e con attese che avranno la cornice della concretezza e
della realizzabilità”.
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